martedì 24 giugno 2014
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Si è conclusa con un nulla di fatto l’assemblea della Lega di Serie A a Milano per definire l’esito della vendita dei diritti televisivi del campionato per il triennio 2015-2018. Dopo tre ore di trattative, si è deciso di riaggiornarsi in un nuovo incontro e rimandare tutto a domani. Nel prossimo meeting i club di serie A devono trovare un’intesa visto che giovedì scade il termine per l’assegnazione fissato dal bando. Intanto però le schermaglie in attesa di una decisione diventano roventi. Sky ha inviato una lettera ai presidenti delle società di Serie A affinché facciano tutto nel rispetto delle regole: «È un passo a cui siamo stati costretti perché il rispetto delle regole è sempre fondamentale e in questa gara noi abbiamo fatto le offerte più alte». La pay tv di Murdoch si è definita «da più di 10 anni il partner principale della Serie A» che ha «investito oltre 5 miliardi di euro costruendo un prodotto televisivo amato e seguito da milioni di persone, portando a un forte incremento dell’occupazione e facendo fare un grande salto di qualità al racconto del calcio in tv, grazie alle tante innovazioni introdotte ». Sky ha sottolineato che «non possiamo accettare l’idea che l’assegnazione dei diritti della Serie A avvenga secondo principi e ipotesi non regolari e non previste dal  bando». Immediata la risposta di Mediaset che ha presentato una controdiffida nei confronti di Sky per turbativa d’asta e concorrenza sleale con minaccia di danni nei confronti di Sky e Lega Calcio in caso di assegnazione congiunta dei pacchetti A e B. Mediaset parla di «interferenza illegittima» da parte di Sky e invita la lega a una «serena e obiettiva valutazione delle offerte ricevute». Secondo Mediaset «assegnare a un unico operatore pay le 248 partite delle otto squadre di Serie A che da sole rappresentano oltre l’86% dei telespettatori tifosi italiani è esattamente quello che la legge, le autorità regolamentari e la stessa Lega Calcio Serie A hanno sempre voluto impedire a difesa dei consumatori  e della concorrenza». Sul piatto c’è un pacchetto del valore di oltre 1 miliardo di euro all’anno per la trasmissione a pagamento delle partite del prossimo triennio. Sky punta alla fetta di torta più grossa, composta dalle 8 grandi squadre, mentre Mediaset rischia di portare a casa le briciole, con le partite delle altre 12 squadre. La pay tv di Murdoch potrebbe fare il pieno, visto che ha presentato la migliore offerta (355 milioni di euro) per il pacchetto A, per trasmettere sul satellite le gare delle 8 squadre principali, fra cui Juventus, Milan, Inter, e una fra Napoli e Roma. Con 420 milioni di euro, poi, Sky ha superato l’offerta di Mediaset per il pacchetto B, ossia per le stesse partite sul digitale terrestre, dove il Gruppo australiano avrebbe un’intesa con Telecom Italia per l’affitto di cinque canali. È di Fox l’offerta più alta (15 milioni di euro, ma sotto il minimo d’asta) per il pacchetto C, ossia i diritti per interviste e immagini degli spogliatoi, che però, in base al bando, possono essere assegnati esclusivamente a un soggetto licenziatario del pacchetto A o B. Mediaset infine ha avanzato l’offerta maggiore (300 milioni di euro) per il pacchetto D, contenente le partite fra le 12 squadre non incluse nei primi due slot. Non sono arrivate infine offerte per il pacchetto E (piattaforma internet). Comunque finirà la vicenda dei diritti tv, una cosa è certa: Sky e Mediaset non possono fare a meno del calcio, così come i 20 presidenti di serie A non possono fare a meno dei soldi di Sky e Mediaset. E i tifosi? I tifosi aspettano, pazienti, di capire come finirà il braccio di ferro per sapere con chi dovranno abbonarsi, dal 2015, per vedere la loro squadra del cuore.
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