mercoledì 12 luglio 2023
L'artista inglese debutta il 18 luglio a Biennale Danza a Venezia con "Blkdog". "Siamo cresciuti in una società in cui dovevamo capire chi eravamo come persone di colore. Ora cerchiamo pace".
Il coreografo inglese Botis Seva

Il coreografo inglese Botis Seva - Copyright Helen Maybanks 2020

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Identità, razzismo, riscatto, energia e sperimentazione. Intorno a tutto questo, e molto altro, ruota il mondo di Botis Seva, 32 anni, danzatore, coreografo e regista vincitore del premio Olivier che lavora nei regni dell'hip hop, del teatro fisico e della danza contemporanea. Con la sua danza energica dall’urgenza personale e collettiva, l’artista londinese ha avuto la sua consacrazione internazionale definitiva con la coreografia Blkdog che debutta in anteprima italiana il 18 luglio a al Teatro alle Tese per Biennale Danza a Venezia, manifestazione che si inaugura oggi. Originariamente ispirato al libro Shoot The Damn Dog di Sally Brampton e a un senso personale di perdita e sofferenza, Blkdog allarga il suo sguardo sul mondo e diventa uno spettacolo dai forti contenuti con i sette danzatori della ompagnia Far From The Norm, da lui fondata a soli 19 anni dopo una breve carriera nella compagnia hip hop Avant Garde Dance. Il linguaggio di Botis prende a prestito tecniche da film, libri, arte e altri linguaggi della danza con l'obiettivo di fare la differenza nella società. L’artista racconta ad Avvenire il suo percorso.

Botis Seva, qual è il punto di partenza di Blkdog?

Il punto di partenza viene dal tentativo di capire chi siamo e cosa siamo. Tutto ciò che facciamo qui sulla Terra. Ci ho messo un po' a capire questo lavoro: ho iniziato pensando alla mia infanzia e da lì mi sono tuffato in alcuni dei miei ricordi e li ho usati come ispirazione. Sono cresciuto con persone che nascondevano sempre le proprie emozioni. Crescendo non abbiamo mai avuto un posto dove parlare di ciò che stavamo provando, e questo ha messo a dura prova la maggior parte di noi quando siamo cresciuti e ancora oggi porto dentro di me molto del mio passato. Lo scopo del lavoro era parlare di alcuni di questi problemi con cui lottiamo e cercare di trovare una sorta di pace: questo lavoro non riguarda solo me, ma gli artisti della compagnia che eseguono il lavoro e hanno le loro storie personali al suo interno. Alcuni di noi hanno ancora a che fare con eventi traumatici passati e usiamo questo pezzo di danza per trovare la guarigione.

Il suo lavoro affronta il tema della depressione: parla anche di soluzioni?

Il processo di guarigione è in corso per tutti noi. Non penso che si possa trovarlo in un lavoro, ma sì, il lavoro fa luce sulla guarigione. Lo stiamo trovando attraverso noi stessi e le persone intorno a noi mentre continuiamo a diventare esseri umani migliori, facciamo del nostro meglio e facciamo tutto il possibile partendo da un luogo d'amore.

La questione razziale è al centro delle sue opere?

La questione razziale nel mio lavoro sarà sempre visibile. Siamo cresciuti in una società in cui dovevamo capire chi eravamo come persone di colore: questo è qualcosa che appare in alcuni dei miei lavori. Non sto cercando di sollevare sempre questi problemi, ma quando guardi a ciò che sta accadendo nei media, vedi la discriminazione e l'ingiustizia: dobbiamo riflettere i tempi in modo che questo problema trovi sempre la sua espressione in un’opera. Il movimento Black Lives Matters influenzerà sempre il mio lavoro. Questo movimento riguarda il cambiamento sociale, e questo è qualcosa che ritraggo nel mio lavoro. Tutti vogliono essere considerati alla pari, come artista nero voglio essere trattato come tutti gli altri, ma sfortunatamente questo non accade, c'è una divisione e il nostro aspetto ha anni di storia che sono radicati nelle menti delle persone. C'è un processo che tutti dobbiamo affrontare per rinnovare il modo in cui vediamo le persone.

Lei è cresciuto a Londra: ha mai subito discriminazioni? La società anglosassone ed europea stanno migliorando o peggiorando in questo senso?

È difficile dire se le cose stanno migliorando o peggiorando, so che le cose miglioreranno perché ogni giorno accade qualcosa di positivo. Il cambiamento può sembrare un piccolo passo, ma credo che se ogni persona si impegna almeno per provare, possiamo arrivare da qualche parte. Ma la discriminazione sarà sempre presente e ho combattuto con persone che dicevano cose o urlavano queste cose quando ero più giovane. La maggior parte dei commenti razzisti è diventata noiosa da ascoltare. Ci sono voluti alcuni anni per crescere e capire che queste parole non possono toccarmi. Ho dovuto capire rapidamente che le persone diranno quello che vogliono, e spetta a te decidere cosa significa per te. Il mondo potrebbe non essere mai in pace, quindi devi prendere la decisione di rimanere saldo. Il nero è bellissimo ed è qualcosa che ricordo sempre a me stesso.

L’hip hop è un genere che arriva dalla strada: quanto è innovativo mescolare hip hop e danza contemporanea?

La mia danza non viene dalle strade, ma da una storia di persone che hanno permesso al movimento di avere uno spirito libero in modo da poter continuare questa eredità.La cultura hip hop è nata dai corpi e da una comunità di persone. Sì, anche la forma della danza si è sviluppata nelle strade, ma per me l'ho imparata in una piccola sala della comunità a Londra. Ogni forma di stile prende in prestito da luoghi diversi. Uso la danza hip hop e contemporanea e gioco con le due idee, imparando da entrambi gli stili per creare un mondo che parli alle persone che guardano. Quando si parla di essere innovativi, credo sia importante dedicare del tempo ad imparare lo stile di entrambi i mondi prima di metterlo in scena.

Lei come ha scelto da ragazzo di darsi alla danza?

Ho trovato la libertà nella danza. Trovo difficile esprimere le emozioni, quindi la danza era una via d'uscita dal caos del mondo. Il movimento la dice lunga e permettermi di lavorare con altri corpi, vedendo le persone muoversi esprimendosi, è stato il motivo per cui ho scelto e continuo a scegliere di ballare. Mi ha aiutato a guarire e mi ha permesso di capire meglio il corpo.

Come vede il futuro della danza rispetto alle nuove generazioni?

Penso che il futuro sarà eccitante. Ci sono sempre artisti che inventano cose nuove, quindi non vedo l'ora di vedere cosa succederà nei prossimi anni. Ai giovani che ci leggono dico solo questo: sappi solo che è tutto possibile, devi solo rimanere concentrato e credere nel lavoro che stai facendo. Continua!

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