domenica 21 marzo 2010
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Buttando un occhio alla trama, sembra una delle tante pellicole prodotte dal prolifico mercato di  Bollywood: l’amore contrastato fra una ragazza e un giovane disabile. Invece Maa, film brillante realizzato nel Tamil Nadu, ha i contorni di un evento unico nel suo genere. E non solo per la cinematografia indiana: Fatima Beevi, regista della pellicola, ha infatti coordinato dalla sua sedia a ruote il lavoro di attori, direttore della fotografia e ballerini, tutti indistintamente disabili, avvalendosi della collaborazione di componenti di supporto, dagli autisti agli addetti al catering, anche loro portatori di disabilità; eccezion fatta, causa esigenze di copione, per due degli interpreti del cast. Una sfida senza precedenti, forse per qualunque nazione del mondo, che certamente sembra voler invertire le regole commerciali di un settore che in India muove un fatturato pari a 1 miliardo e mezzo di dollari l’anno. «Un gruppo di persone disabili, può produrre un film brillante di successo al botteghino? Sicuramente sì», ha affermato il quotidiano indiano Deccan Herald. Dubbi in merito non ne hanno certamente i promotori della pellicola: «Volete un film commerciale? Noi siamo in grado di realizzarlo» hanno affermato di recente. Una caparbietà che sembra in grado di permeare tutto il lavoro cinematografico, realizzato nel pittoresco quartiere di Madurai, al centro del quale si muove una coppia di giovani, lui disabile, lei no, alle prese con la famiglia della ragazza decisa ad opporsi con ogni mezzo al matrimonio tra i due. Ma il protagonista, anziché arrendersi, reagisce reclamando i propri diritti. «Il film – scrive il Deccan Herald –  esplora i molti ostacoli che una persona disabile affronta ogni giorno nella sua vita, ma riuscendo a veicolare – aggiunge il quotidiano indiano –, un messaggio di fiducia e forza. Quella che emerge direttamente dal lavoro dello stesso cast». La pellicola di  Beevi, da poco presentata al Festival internazionale del cinema sulla disabilità di Delhi, è nata dall’incontro casuale tra i militanti del Tamil Nadu Handicapped Federation e il capo dipartimento del Film and television Institute: a convincere Madan Gabriel della validità del progetto, secondo quanto riportato dal Deccan, sarebbe stata la narrazione dettagliata da parte del promotori del film, delle esperienze umilianti a cui sono sottoposte ogni giorno le persone disabili in India, anche solo per affrontare le più banali situazioni di vita. La constatazione della reale assenza di attenzione, sensibilità, ma soprattutto politiche efficaci a beneficio dei diversamente abili, avrebbe dato l’impulso all’avvio delle riprese. Girato in tre lingue, tamil, telugu e hindi, con sottotitoli in inglese, sarà nelle sale indiane dal prossimo aprile.
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