sabato 11 dicembre 2021
Momento d’oro per l’attore protagonista in contemporanea su Sky di "Cops 2" e su Canale 5 di "Tutta colpa di Freud" e "Zelig". «E a gennaio riprendo la mia tournée a teatro»
L'attore Claudio Bisio festeggia 40 anni di carriera

L'attore Claudio Bisio festeggia 40 anni di carriera - Marina Alessi

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Sono passati quarant’anni da quel 1981 in cui un giovane Claudio Biso, neodiplomato alla civica scuola del Piccolo Teatro di Milano, fece il suo primo importante debutto teatrale nella storica edizione del Sogno di una notte di mezza estate di Gabriele Salvatores che lo portò, spettacolo dopo spettacolo, sino al cinema e all’Oscar nel 1992 con Mediterraneo. Bisio oggi festeggia quarant’anni di carriera con una stagione incredibile dove lo si trova praticamente ovunque: il lunedì su Sky Uno e in streaming su Now con la serie grottesca Cops 2 - Una banda di poliziotti, firmata da Luca Miniero, che si conclude il 13 dicembre; il mercoledì su Canale 5 con Tutta colpa di Freud. La serie con la regia di Rolando Ravello dal film di Paolo Genovese, in onda ancora per tre serate; e il giovedì sempre sull’ammiraglia Mediaset con il ritorno di Zelig, che si è appena concluso con un successo di ascolti: una media di 3.630mila spettattori e il 20,3% di share. Senza contare i film in arrivo e il teatro, dove debutterà a gennaio con La mia vita raccontata male di Francesco Piccolo, prodotto dal Teatro Nazionale di Genova con la regia di Giorgio Gallione.

Claudio Bisio come si spiega un periodo così affollato?

È curioso, questo accavallamento non è stato cercato ma è accaduto a causa delle cose che erano slittate per il Covid. Malattia che ho avuto peraltro a marzo e non è stato piacevolissimo. Un anno fa, durante il lockdown, ero in Toscana, e stavo scrivendo la sceneggiatura per un film che era previsto un anno fa e poi è stato cancellato, lo stesso è successo con la mia tournée teatrale. Adesso improvvisamente si è sbloccato tutto insieme.

Lei appare in contemporanea in due serie comiche, una spesso sopra le righe e una più familiare. C’è un nuovo spazio in tv per questo tipo di serialità?

Sono due esempi molto molto diversi l’uno dall’altro. Tutta colpa di Freud era già andata in onda su Amazon e arriva ora su Canale 5. Arriva da un’idea di Paolo Genovese e se vogliamo è un po’ più canonica. Cops è più ambizioso, per quanto mi riguarda, a livello scrittura: c’è un aspetto comico demenziale, una comicità grottesca che unisce le trame gialle dello scrittore Sandrone Dazieri e la regia di Luca Miniero con cui avevo girato Benvenuti al Sud. Mi sono molto divertito anche a fare cose diverse dal solito nei panni del commissario Cinardi e del suo sgangherato gruppo di poliziotti. C’è una scrittura inusuale per l’Italia, una commistione di commedia, azione, thriller, sentimentale. C’è un po’ la presa in giro di tanti generi, da Don Matteo ai polizieschi. Capisco però che questa comicità irriverente possa spiazzare.

Claudio Bisio è il commisario Cinardi in Cops 2 di Sky

Claudio Bisio è il commisario Cinardi in Cops 2 di Sky - Gianni Fiorito

Il Commissario Cinardi e lo psicanalista Francesco Taramelli hanno in comune il fatto di essere due nevrotici.

Sono due personaggi che si interrogano sulla vita, che hanno le stesse crisi di panico che per fortuna io non ho mai avuto. Tutta colpa di Freud è una moderna commedia familiare che racconta la difficile condizione di uno psicanalista che, nonostante il successo sul lavoro, affronta con difficoltà la comunicazione con le figlie e la gestione dei loro problemi.

Claudio Bisio è tornato dopo 10 anni, insieme a Vanessa Incontrada, al timone di Zeligdopo 10 anni ed è stato un successo. Se lo aspettava?

Appena sono salito sul palco degli Arcimboldi di Milano per le registrazioni dello spettacolo per Canale 5, mi ha accolto un boato. Avevo preparato un discorsino sulla comicità, mi si è cancellato tutto. Ha vinto l’emozione. Soprattutto per un teatro che ci è mancato. Ho pensato alla mia tournée cancellata. Davanti avevo 2370 persone, è stato sold out per sei serate. Non ci credevo, non ero sicuro che avremmo riempito teatro. Conosco tante persone colte, vaccinate con la terza dose, di quelli che andavano sempre a teatro, che ancora non si fidano.

Quanta voglia di ridere c’è in questo momento così difficile?

C’è tanta voglia di partecipare. So che a Milano i teatri funzionano, sono andati benissimo gli spettacoli di Angela Finocchiaro e Marco Paolini. Non c’è solo voglia di ridere, ma di tornare a vivere. Penso al cinema. Io sono socio del cinema Anteo di Milano: negli ultimi anni c’era stata una risalita delle presenze fino al picco del 2019. Poi, improvvisamente, questa mazzata... Comunque mi sento di ben sperare per la tournée, per i colleghi, per il teatro, per la cultura.

È anche diverso tornare in scena oggi?

È una grande responsabilità. Suggerisco ai colleghi di cercare la qualità comunque. Vedo tanta quantità, ma non dimentichiamo, meglio fare una serie in meno, ma farla bene. Non ci vuole niente che la gente si stufi.

Del ritorno di Zelig non si è stancata a quanto pare.

Io ero favorevole a 3 puntate, ci è stata chiesta la quarta e ci stava. La voglia di riscoprire nuovi talenti non si è mai sopita e io mi considero un comico. Sul palco di Zelig abbiamo portato dei giovani. Ho notato che negli ultimi anni lo stile anglosassone della stand up ha attecchito molto anche in Italia, generando una nuova leva di comici che secondo me era importante provare a proporre al pubblico generalista. Ai tempi d’oro di Zelig facevamo 1012 puntate: allora è stato giusto, ma ora non lo rifarei. Bisogna proporre cose mirate, di qualità altissima. Questo avviene nelle serie tv grazie alle piattaforme che hanno tanta necessità di contenuti. Le cose che sto facendo ritengo che siano di qualità, alta, rischiose, ambiziose.

E finalmente a gennaio torna a teatro Io nasco dal teatro. Il 18 gennaio debutto al Teatro Nazionale di Genova con La mia vita raccontata male con la regia di Giorgio Gallione. Il testo è di Francesco Piccolo, tratto da tutta la sua opera. Dal Desiderio di essere come tutti, Atlante occidentale, Patchwork. Io racconto in prima persona la vita dello stesso Piccolo, che coincide molto con la mia, l’infanzia, gli amori, fino ad oggi. C’è un pezzo bellissimo dove dice «sono diventato comunista da bambino al 78mo minuto della partita in cui la Germania Est fece gol alla Germania Ovest nel 1974 e vinse uno a zero. Da lì ci fu una frattura…».

E il cinema?

E appena uscito Mollo tutto e apro un ciringuito del Milanese imbruttito in cui faccio una particina mentre nella primavera del 2022 uscirà per Medusa la commedia di Paolo Costella Vicini di Casa con Vittoria Puccini. Saremo una coppia in crisi alle prese con una vivace e ingombrante coppia di vicini.

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