martedì 14 settembre 2021
Presentata oggi la settima edizione della rassegna, presieduta da Gustavo Zagrebelsky, al via il prossimo 6 ottobre. Tra gli ospiti Elena Cattaneo, Jared Diamond, Esther Duflo, François Jullien
Torino e la Mole Antonelliana da Villa della Regina

Torino e la Mole Antonelliana da Villa della Regina - Leonardo Pires/CC by 2.0

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È stata presentata oggi la VII edizione di Biennale Democrazia, che si terrà a Torino e online dal 6 al 10 ottobre e si intitolerà “Un pianeta, molti mondi”. All’evento parteciperanno 215 relatori dal mondo per 90 appuntamenti diffusi in 15 sedi in città, cui si aggiungono cinque mostre e quattro percorsi tematici: pianeta mondo; mondi contro; la politica e le altre sfere; nuovi mondi.

«Siamo chiamati – interviene il presidente di Biennale Gustavo Zagrebelsky – ad indagare le declinazioni del vivere democratico in un mondo cambiato. Nelle ultime edizioni avevano come riferimento principalmente la democrazia e la politica, mentre oggi ci occupiamo sempre meno di forme e andiamo alla sostanza, perché non c’è democrazia se non c’è una società democratica. E chissà se domani ritorneremo a essere quelli di prima o le crisi ci trasformeranno in qualcosa di nuovo, magari guidati da maggiore giustizia e ragione».

Biennale Democrazia sarà inaugurata mercoledì 6 ottobre alle 17.30 con la lectio della scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo, intitolata “Il Metodo scientifico: dubitare per comprendere”. Alla lectio inaugurale seguirà “Dante fra le fiamme e le stelle”, l'anteprima dello spettacolo di Matthias Martelli, realizzato con la consulenza storico-scientifica di Alessandro Barbero e diretto da Emiliano Bronzino, a cura di Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus e Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale.

Tra gli ospiti più attesi del programma di Biennale Democrazia, saranno presenti il biologo e geografo Jared Diamond, l'economista Esther Duflo - la più giovane di sempre a ricevere il premio Nobel per l’economia, l’architetto cinese Gong Dong, il politologo australiano John Keane, l’antropologo Philippe Descola, il filosofo francese François Jullien e l’attivista polacco Miko Czerwinski, che racconterà le nuove forme di intolleranza nel cuore dell’Europa.

«Il programma – commenta il curatore scientifico Massimo Cuono – è ricco e plurale, costruito insieme a moltissimi partner, associazioni, istituzioni culturali e attori sociali. Si tratteranno grandi questioni come ambiente e riscaldamento globale, l’intelligenza artificiale, le fratture sociali nella politica, ma anche le fratture culturali e il tema del lavoro, il nostro rapporto con la scienza, con l’economia, la tecnologia e le altre culture, la trasformazione delle città, ma anche la possibilità di tornare a immaginare».

In conclusione, importante novità di Biennale è Memory Matters, un progetto speciale organizzato con Fondazione Sandretto Re Rebaudengo nell’ambito di Verso, programma curato e prodotto con l’Assessorato alle Politiche Giovanili della Regione Piemonte. Attraverso installazioni e performance artistiche nello spazio
pubblico, Memory Matters propone una riflessione sul tema della memoria collettiva, sui processi della sua formazione e sugli immaginari che – a partire da etnia, genere, status sociale, rapporto umano/naturale – sono oggetto di contesa e rinegoziazione.

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