mercoledì 11 maggio 2016
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È solo il primo passo. E non è detto che alla fine il negoziato vada in porto. Silvio Berlusconi ha dato il proprio benestare ad avviare una trattativa in esclusiva, non vincolante, con la cordata cinese interessata ad acquistare il 70% del Milan su una base d’offerta di 500 milioni. Ieri è arrivato anche il comunicato della Fininvest, la holding di famiglia, che spiega il raggiungimento «di un accordo per un periodo di esclusiva con un gruppo di investitori cinesi relativo alla cessione di una quota dell’Ac Milan. È stato contemporaneamente sottoscritto un promemoria di intesa, partendo dal quale si darà il via ad un approfondimento della trattativa. Il periodo di esclusiva è stato definito in modo da risultare compatibile con la complessità delle tematiche da discutere, le esigenze della società e gli appuntamenti previsti dal calendario delle attività calcistiche ». Siamo davvero alla fine di un’era? È presto per dirlo. Silvio Berlusconi nei giorni scorsi aveva dichiarato che intendeva lasciare la società «in buone mani», preferibilmente «italiane». Lo aveva detto nell’ormai celebre videomessaggio social con cui il presidente aveva disorientato non solo i tifosi ma anche la controparte. Se invece la trattativa avrà un esito positivo il club rossonero andrà in mani straniere. In fondo, la prassi è identica a quella usata con il thailandese Mr Bee, svanito con la stessa rapidità con cui aveva fatto irruzione. Una situazione che potrebbe ripetersi pure con i cinesi, malgrado fonti vicine alla Galatioto Sport Partner, l’advisor dell’intero affare, garantiscano che l’accordo sia imminente. Resta il fatto, comunque, che Berlusconi ha sempre la possibilità di fare retromarcia e tenersi il Milan se per caso l’offerta dei cinesi non fosse adeguata. O se sorgessero complicazioni in stile Mr Bee. O se, molto più semplicemente, dovesse cambiare idea. La cordata cinese sarebbe composta da quattro soggetti, tra i quali Evergrande Group, un autentico colosso, padrone del Guangzhou, la squadra allenata fino all’anno scorso da Marcello Lippi. Il tempo stringe. Incombe il mercato per rendere più competitiva la squadra, impegnata il 21 maggio nella finale di Coppa Italia contro la Juventus. Se l’intesa tra Berlusconi e i cinesi dovesse avere tempi lunghi, le ricadute negative sarebbero inevitabili. Ecco perché i cinesi stessi non vogliono perder tempo. Si vocifera già di garanzie bancarie da sottoporre al Cavaliere. Secondo alcune indiscrezioni, la valutazione del Milan fatta da Berlusconi sfiora i 700 milioni, debiti compresi. Ma solo il tempo potrà dire l’ultima parola. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il n.1 del Milan Silvio Berlusconi
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