venerdì 6 maggio 2016
La bella Aurora fra i vampiri
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Un po’ Twilight e un po’ cartone Walt Disney. È la Bella addormentata di Matthew Bourne. Una Sleeping beauty che il coreografo inglese rilegge come un romanzo gotico. Che inizia nel 1890, anno in cui Petr Il’ic Cajkovskij scrisse la partitura per il balletto di Marius Petipa. E finisce, con il bacio che risveglia la fanciulla, ai nostri giorni. Da ieri sera, quando in platea ha fatto la sua comparsa anche Bourne, Sleeping beauty. A gothic romance (prodotto dalla New adventures e portato in Italia da Wec) è a Milano, sul palco del Teatro degli Arcimboldi. Centinaia i costumi disegnati, così come le scene, da Lez Brotherston per il balletto che inizia come una favola alla Walt Disney, appunto, con il re e la regina felici per l’arrivo di Aurora. Ma si tinge subito di nero con l’incantesimo di Carabosse. E sin qui tutto come da copione, fedele ai racconti di Perrault e dei fratelli Grimm. Le cose cambiano ventun’anni dopo: 1911, Aurora diventa maggiorenne ed è già innamorata (ricambiata), non di un principe, ma del giardiniere del castello, Leo. Niente principe azzurro, dunque, come in ogni favola che si rispetti, ma un ragazzo come tanti, che potrebbe girare per le strade delle nostre città. E Aurora che per il coreografo è «una giovane donna emancipata e volta al futuro», che assomiglia tanto a principi e principesse di oggi, che sposano non più “colleghi” di sangue blu, ma giornaliste televisive o compagne di università. Bourne, certo, non rinuncia alla favola. Ma lo fa a modo suo. Si inventa nuovi personaggi, come Caradoc, il figlio di Carabosse che vendica la madre porgendo ad Aurora la rosa nera che la addormenterà per cento anni. Niente Fata dei lillà, ma il Conte dei lillà, un vampiro che morde sul collo Leo dandogli l’eternità e regalandogli l’opportunità di attendere i cento anni dell’incantesimo per poter risvegliare, nel 2011, la sua Aurora. Il tutto, assicura Bourne, che ha riletto con sferzante ironia nei confronti della società inglese i grandi capolavori del balletto – il suo capolavoro è Il lago dei cigni ambientato a Buckingham Palace dove i cigni non sono ragazze in tutù, ma uomini energici e feroci – restando fedele alla partitura di Cajkovskij. «La musica fornisce alla storia quello che a volte manca – racconta il coreografo – ovvero le idee per la danza: le variazioni delle fate, la scena di caccia, i passi a due e i numeri d’insieme, perché è la musica a scandire l’azione, ad aggiungere emozione e dramma, a farsi copione».  L’idea una nuova Bella addormentata è venuta a Bourne – che nel tempo si è cimentato anche con Schiaccianoci e Cenerentola e ha fatto diventare danza il film Edward mani di forbice – visitando la residenza di campagna di Cajkovskij a Klin, poco fuori Mosca. «Ci pensavo da tempo, ma faticavo a farmi venire l’idea giusta e per quanto splendida fosse la musica la storia mi lasciava sempre freddo». Nel 2011 la tournée in Russia: «Nella camera di Cajkovskij era facile immaginarlo scrivere alcune delle pagine più memorabili mai composte. Essere lì per me fu un segno e mi misi subito a pensare come rileggere la favola». Nel 2012 il debutto a Londra. Da allora tournée in tutto il mondo per Sleeping beauty, in scena sino a domenica a Milano.
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