mercoledì 27 febbraio 2019
Gli orchestrali berlinesi accusano il direttore israeliano di «atteggiamenti dittatoriali», ma lui contrattacca: «Non vogliono rinnovarmi il contratto alla Staatsoper, scade nel 2022»
Il direttore d'orchestra Daniel Barenboim (Ansa)

Il direttore d'orchestra Daniel Barenboim (Ansa)

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In Germania scoppia il caso Daniel Barenboim. Il 76enne pianista e direttore d’orchestra argentino, dal 1992 al vertice della Staatsoper unter den Linden di Berlino, è accusato di «bullismo» e «atteggiamento dittatoriale» da alcuni musicisti dell’orchestra del teatro. Pesanti gli atteggiamenti che vengono contestati al musicista di origine ebraica che, per il suo impegno a favore del dialogo in Medioriente specie con la West-Eastern Divan orchestra, ha il doppio passaporto israeliano e palestinese: gli orchestrali parlano di abusi verbali, insulti, umiliazioni e attacchi fisici. Ma Barenboim, che sino al 2014 è stato direttore musicale del Teatro alla Scala, respinge le accuse e, pur ammettendo di avere un carattere difficile, ipotizza che si voglia impedire il rinnovo del suo contratto in scadenza nel 2022.

Il tutto è partito in sordina con denunce a nome di alcuni musicisti al magazine online Van in un articolo intitolato “Der Poltergeist”. Il caso (che ora è rilanciato dai media di tutto il mondo, da Israele agli stati Uniti) si è poi allargato quando alcuni ex orchestrali della Staatsoper hanno rilanciato le denunce intervenendo ad un programma di Br-Klassic.

Il percussionista Willy Hilgers, in organico alla Unter den Linden dal 1998 al 2013, ha raccontato che lo stile autoritario di Barenboim e le umiliazioni subite gli avevano procurato ipertensione e depressione con conseguente assunzione di medicinali. Una situazione che lo ha spinto nel 2013 a dire addio a Berlino per trasferirsi alla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera.

La paura degli improvvisi sbalzi d’umore del direttore, invece, avrebbe portato a soffrire d’insonnia Martin Reinhardt, per tredici anni trombone della Staatskapelle e ora in organico alla Filarmonica di Copenhagen. «Con Barenboim ho vissuto i momenti musicali migliori della mia carriera, ma a volte il prezzo che bisogna pagare è troppo alto» ha confidato Reinhardt a Br-Klassic che, oltre al resoconto delle denunce, ha aperto un dibattito su fino a che punto un direttore si può spingere per ottenere dai suoi musicisti l’eccellenza artistica.

Barenboim respinge le accuse di soprusi: in un’intervista a Rbb radio ha ammesso alcune intemperanze dovute al «carattere e al sangue latinoamericano», ma ha ipotizzato che tale campagna diffamatoria sia finalizzata a impedire il rinnovo del suo contratto come direttore musicale della Staatsoper.

«Esamineremo tutte le informazioni che ci arrivano e poi cercheremo un dialogo con tutti i soggetti coinvolti» ha detto alla Bild il direttore generale della Staatsoper Matthias Schulz mentre il consiglio di amministrazione dell’istituzione ha ribadito la fiducia a Barenboim, nominato nel 2000 direttore principale a vita della Unter den Linden.

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