sabato 18 aprile 2015
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​Ancora lui, sempre lui e soltanto lui: Lewis Hamilton. Quando c’è da spingere sul gas per un giro veloce, si può star certi che il pilota della Mercedes è il migliore. Ma stavolta la novità è una Ferrari velocissima e vicina, con Vettel in prima fila a pochi decimi. Un bel passo in avanti per una squadra che manca la pole da oltre mille giorni, ma con questa griglia di partenza, con Rosberg e Raikkonen a inseguire, si delineano anche le strategie delle squadre, fra chi sarà il numero 1 e chi il numero 2. E’ questo che si legge negli occhi di Rosberg, staccato di sei decimi dal compagno di squadra (una enormità a parità di macchina) e che sta cominciando a capire anche Raikkonen, specie alla luce delle parole di Maurizio Arrivabene, il responsabile della GES Ferrari: “Kimi deve restare con noi anche nel 2016? Gli ho detto che dipende dalle prestazioni, deve spingere di più”. E questo fa capire come la griglia del Bahrain va oltre quello che mostra in fatto di semplice schieramento di partenza. E’ la graduatoria delle squadre al loro interno, dei giochi di potere da definire per il prosieguo del campionato e i due rincalzi, Rosberg e Raikkonen, sanno che non possono fallire. Il primo ha un contratto in mano, il secondo no. Il primo può permettersi di non rispettare eventuali ordini, il secondo no, a meno che non si metta in contrasto con la squadra. E’ questo ciò che è emerso dalle qualifiche e che dalla gara potrebbe essere ancora più evidente. “Poco da dire, è andato tutto bene, mi son trovato a mio agio con la macchina”. Vettel, secondo: “Sono davvero felice perché ho lavorato in funzione della gara ma vedendo anche come sono andate le qualifiche, sono solo contento perché mi son trovato bene con entrambe le situazioni e partire davanti aiuta”. Il secondo è il primo degli sconfitti, diceva Ferrari, ma essere terzo e per giunta dietro al proprio compagno di squadra è una sconfitta doppia per Rosberg: “Mi spiace solo per Vettel davanti a noi, ho perso qualcosa in un giro ma non ho compromesso la gara”. Peccato che lo sguardo vada lontano, a un passato in cui Rosberg non si ricorda quale era il fattore chiave, quello che gli permetteva su questa pista di ottenere giri veloci, di battere Hamilton regolarmente e invece ora no. E’ cambiato qualcosa. Il primo è sempre più convinto di se stesso, il secondo è tormentato dalla domanda: cosa è cambiato e quando? E  non è detto che trovi una risposta, con una Ferrari che spinge e un Vettel che sogna il secondo successo della stagione.
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