domenica 18 aprile 2010
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Scienza e religione sono i due pilastri sui quali poggia la vita sociale americana. Un terzo pilastro è la Costituzione, con le istituzioni politiche che si basano su di essa. La scienza statunitense è, sotto diversi punti di vista, la più avanzata del mondo, invidiata da tutte le nazioni. Il popolo americano è più religioso della gran parte degli abitanti degli altri Paesi tecnologicamente avanzati. Senza dubbio, molti statunitensi, sia tra i credenti sia tra alcuni scienziati, pensano che la scienza e le credenza religiose siano in contraddizione tra loro.Io sostengo che la scienza e le credenze religiose non hanno alcun motivo per essere in contraddizione. Se intese correttamente, non possono esserlo, perché la scienza e la religione riguardano sfere differenti. La scienza si riferisce ai processi che rappresentano il mondo naturale: il movimento dei pianeti, la composizione della materia e dello spazio, l’origine e la funzione degli organismi. La religione si riferisce al significato e alla finalità del mondo e della vita umana, alla corretta relazione delle persone con il loro Creatore e le une con le altre, e ai valori morali che ispirano e governano le vite degli uomini.Soltanto quando si fanno affermazioni al di là delle frontiere legittime di entrambe le materie, la religione e la scienza, e la teoria dell’evoluzione in particolare, sembrano essere antitetiche. Scienza e religione sono come due finestre, attraverso le quali osserviamo il mondo. Attraverso di esse contempliamo aspetti differenti della realtà, però il mondo che vediamo è uno solo: lo stesso. Prendiamo per esempio un dipinto come «Guernica» di Picasso. Immaginiamo di fare una lista di tutte le caratteristiche delle immagini rappresentate nel quadro, la sua forma e dimensione, i pigmenti utilizzati, e la qualità e le dimensioni di questa immensa tela, che misura otto metri per tre e mezzo. Queste informazioni sarebbero interessanti; tuttavia, rimarrebbe assai insoddisfacente omettere del tutto ogni considerazione estetica, e non riflettere sul senso di quest’opera e sulla sua motivazione, il drammatico messaggio sull’inumanità dell’uomo contro l’uomo trasmesso dalla figura della madre che stringe a sé il figlioletto ucciso, dalle fauci umane spalancate, dal cavallo ferito, e dall’immagine satanica del toro. Il punto è che la descrizione fisica della pittura non ci dice nulla (non può farlo, costituzionalmente) sul valore estetico o storico di «Guernica»; e nemmeno, d’altra parte, l’estetica o il significato impressi dall’autore ci possono dire nulla sulle caratteristiche fisiche del dipinto. Ecco, «Guernica» può essere una metafora di quanto voglio chiarire. La conoscenza scientifica, così come la descrizione delle dimensioni, dei materiali e della geometria di «Guernica», è utile e soddisfacente, però una volta che la scienza ha svolto la sua parte, della realtà resta ancora molto da dire, pieno d’interesse: questioni sul valore, sul significato e sul fine delle cose, che trascendono l’ambito della scienza.La relazione corretta tra scienza e religione può essere, per le persone di fede, di mutua motivazione e ispirazione. La scienza può ispirare il credere e l’agire religioso, in modo che rispondiamo con raccoglimento all’immensità dell’universo, alla meravigliosa diversità e all’adattamento degli organismi, e alle meraviglie del cervello e della mente umana. La religione promuove riverenza verso la creazione, l’umanità e l’ambiente. La religione può essere forza motrice e fonte d’ispirazione per l’indagine scientifica, e può motivare gli scienziati a investigare il mondo meraviglioso del creato e a risolvere gli enigmi con i quali ci confrontiamo.Ma vorrei andare oltre a queste affermazioni, e dichiarare qualcosa che potrebbe essere una sorpresa per la maggior parte della gente. La conoscenza scientifica, e la teoria dell’evoluzione in particolare, è coerente con la fede religiosa in Dio; a non esserlo sono invece i postulati del creazionismo e del cosiddetto Intelligent Design, non almeno per le persone di fede che credono in un Dio personale onnisciente, onnipotente e benevolente come i cristiani, i musulmani e gli ebrei.Il mondo naturale abbonda di catastrofi, disastri, imperfezioni, disfunzioni, sofferenza crudeltà. Maremoti e terremoti portano distruzione e morte a centinaia di migliaia di persone, inondazioni e siccità riducono in rovina gli agricoltori. La mandibola umana è mal disegnata, i leoni divorano le loro prede, il parassita della malaria uccide milioni di esseri umani ogni anno e colpisce gravemente cinquecento milioni di persone, il venti per cento di tutte le gravidanze umane termina in un aborto spontaneo dovuto all’insufficiente "progetto" del nostro sistema riproduttivo.Le persone di fede non dovrebbero attribuire tutta questa miseria, crudeltà e distruzione al disegno specifico del Creatore. Io vi vedo piuttosto una conseguenza della goffaggine della natura e del processo evolutivo. Il Dio della rivelazione e della fede è un Dio di amore e misericordia, e di sapienza. La conoscenza scientifica, e la teoria dell’evoluzione in particolare, ci danno la giusta misura delle visioni consolatorie del mondo naturale e della vita. Allo stesso modo, possono anche sostenere una visione religiosa della creazione.
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