sabato 31 dicembre 2022
Traditi ancora dalla nazionale di calcio abbiamo però visto trionfare tanti altri campioni: dall’Italia del volley agli azzurri del nuoto, dagli sci di Sofia Goggia alle due ruote di Bagnaia e Ganna
La nazionale maschile di pallavolo campione d'Europa e del mondo in carica

La nazionale maschile di pallavolo campione d'Europa e del mondo in carica - Ansa

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Come ogni anno i conti si fanno alla fine. Solitamente con il proposito di fare ancora meglio l’anno successivo. Così vale per il movimento sportivo nazionale nel suo insieme. Un auspicio formulato ovviamente anche l’anno scorso, confortato soprattutto per l’Italia del pallone dallo strepitoso trionfo agli Europei di calcio che la nostra nazionale non vinceva dal lontano 1968. Un tabù sfatato che sembrava preludere all’abbattimento di un altro più breve tabù: la qualificazione ai Mondiali, sfumata per Russia 2018. E invece il dramma si è incredibilmente ripetuto, con la Macedonia più indigesta della storia. Per fortuna all’Italia pallonara l’amaro boccone è stato addolcito da altri azzurri orizzonti di gloria che hanno portato a una risarcitoria ribalta altri eroi e altre imprese sportive. Eccone il film in dieci fotogrammi, con tutti i suoi meravigliosi e sorprendenti colori.
1. La pallavolo maschile campione del mondo
La copertina spetta ai ragazzi del volley, capaci di accomodarsi per la quarta volta sul trono iridato. L’impresa avviata in Slovenia e finalizzata in Polonia ha esaltato un collettivo costruito sulle macerie del fallimento olimpico. Nel giro di dodici mesi nello stesso impianto, l’astronave di Katowice, gli azzurri guidati in panchina da Ferdinando De Giorgi e in campo dal regista Simone Giannelli, hanno messo in fila trionfo continentale e oro iridato. Peccato che le donzelle di Davide Mazzanti non abbiamo emulato i maschietti e si siano fermate al bronzo sul parquet di Apeldoorn.
2. Top Ganna recordman dell’ora
La piazza d’onore è per Turbo Pippo Ganna, splendido recordman dell’ora sull’anello elvetico di Grenchen. I 56 chilometri e 792 metri divorati lungo 60 minuti in posizione aerodinamica sono la risposta agli scettici che l’avevano criticato dopo la defaillance al mondiale su strada in Australia. Pochi giorni dopo il sensazionale primato in solitaria, Ganna si è rivestito d’oro nell’inseguimento individuale al Mondiale in Francia e ha trascinato il quartetto dell’inseguimento all’argento iridato nel velodromo di St Quentin en Yvelines, teatro tra un anno e mezzo della contesa a cinque cerchi. Sullo stesso anello a tingersi d’oro è stata l’Italia femminile dell’inseguimento con Elisa Balsamo, Chiara Consonni, Martina Fidanza e Vittoria Guazzini. Quest’ultima è stata anche l’unica azzurra a far risuonare l’Inno di Mameli sulle strade di Wollongong, nella cronometro.
3. Thomas Ceccon trascina l’Italnuoto
Completa il podio il protagonista dell’Italia che nuota, Thomas Ceccon, capace di rispondere presente nel 2022 a Mondiali e Europei in lunga e Mondiali in corta. Nella rassegna iridata estiva di Budapest ha vinto i 100 dorso a suon di record del mondo con 51”60 e la 4x100 mista col record europeo. Nella manifestazione continentale di Roma ha portato a casa 50 farfalla, 100 dorso, 4x100 stile e 4x100 mista. Infine in Australia, prima di Natale, ha timbrato il cartellino dorato nella 4x100 stile col primato mondiale e nei 100 misti. Il ventunenne vicentino ha conquistato la scena, facendo passare in secondo piano le gesta di Gregorio Paltrinieri, in Ungheria vittorioso nei 1500 nelle corsie della Duna Arena e i 10 chilometri di fondo nelle acque aperte del Lago Lupa e a Melbourne primo su 800 (alla prima comparsa in corta) e 1500. Meritano la citazione anche gli altri iridati nell’acqua magiara: Nicolò Martinenghi e Benedetta Pilato nei 100 rana, Dario Verani nei 25 chilometri in acque libere e i colleghi di Ceccon nella 4x100 mista: Martinenghi, Burdisso e Miressi.
4. Stano ma vero atto secondo
Fuori dal podio di fine anno, ma non meno emozionanti e travolgenti le imprese di uomini e donne dell’atletica. Marcell Jacobs e Gimbo Tamberi si sono messi al collo l’oro europeo, ma hanno mancato l’acuto nel contesto iridato di Eugene, così il volto dell’anno è Massimo Stano, che a differenza dei colleghi olimpionici di Tokyo ha conquistato il mondo e perso l’Europa. Nell’Oregon il pugliese di Palo del Colle ha portato a termine la caccia all’oro, salvando la spedizione tricolore. A medaglia negli States anche la saltatrice Elena Vallortigara, bronzo nell’alto, mentre sul gradino più alto del podio in Germania pure il mezzofondista Yeman Crippa, conquistatore dei 10.000.
5. Sofia incanta Sofia
Prima che esplodessero le polemiche seguite alle denunce delle ex atlete, la ritmica italiana aveva celebrato le gesta di Sofia Raffaelli. Nella capitale bulgara, capitalizzando al meglio l’assenza delle russe, la diciottenne marchigiana ha emesso una sinfonia degna del miglior crescendo rossiniano. La ginnasta di Chiaravalle ha cominciato con l’oro al cerchio, seguito da quello alla palla, dove sul podio c’era pure la compagna di squadra Milena Baldassarri. Ventiquattr’ore più tardi ha replicato con l’oro al nastro e il bronzo alle clavette, centrando insieme alle colleghe l’oro nella classifica a squadre. Infine il capolavoro nel concorso generale, col trionfo in rimonta per diventare la prima azzurra iridata nell’all around.
6. Il Filo di Arianna
Ai Giochi olimpici invernali di Pechino l’Italia ha raccolto due ori, 7 argenti e 8 bronzi. Non è riuscito il colpo grosso a Sofia Goggia (argento in discesa 23 giorni dopo l’infortunio), Michela Moioli (a medaglia in coppia con Visintin) e Chicco Pellegrino (battuto dal fenomeno Klaebo), è nata la stella di Francesca Lollobrigida (argento nei 3000 e bronzo nella mass start del pattinaggio velocità), ma la foto ricordo è di un’altra specialista del ghiaccio: Arianna Fontana. Con l’oro nei 500 e il bronzo nei 1500 dello short track, la valtellinese è diventata la donna italiana più medagliata di sempre ai Giochi olimpici, con 11 podi in cinque edizioni.
7. Le pietre rotolanti di Stefania e Amos
Una foto a parte meritano Stefania Constantini e Amos Mosaner, trionfatori del torneo di doppio misto di curling. L’ampezzana e il trentino hanno fatto scoprire agli italiani le bocce sul ghiaccio, dove le pietre sembrano pentole a pressione, le scarpe ferri da stiro e l’oggetto simbolo è la scopa per riscaldare il manto candido.
8. Le lame che non tradiscono
Il fioretto azzurro è sempre sul trono iridato. Ai Mondiali del Cairo sono mancati gli acuti individuali, ma a squadre è stato doppio oro: Foconi, Garozzo, Marino e Bianchi da un lato, Errigo, Volpi, Favaretto e Palumbo dall’altro. Cambiano i nomi, non i metalli.
9. Le cinque fatiche di Elena
Tra gli iridati nelle specialità “minori”, l’immagina simbolo è la pentatleta Elena Micheli mentre taglia il traguardo sul prato di Alessandria d’Egitto. Ventitre anni, romana, è la seconda azzurra iridata in uno sport, destinato a cambiare faccia nei prossimi anni con l’uscita dell’equitazione.
10. Bagnaia eroe in moto
L’ultima immagine è per uno sport non olimpico, ma è necessaria per esaltare Francesco Bagnaia, capace di riportare l’Italia sul trono della MotoGp a tredici anni dall’ultimo squillo di Valentino Rossi.

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