sabato 10 febbraio 2024
Cala il sipario all’Ariston. Le vincitrici morali sono la Mango, Premio della sala stampa Lucio Dalla, Loredana Berté, Premio della critica, Fiorella Mannoia e Annalisa
Annalisa

Annalisa - Ansa

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Chiunque abbia vinto il Festival di Sanremo nel cuore della notte una cosa è certa: questa volta il Festival è donna, dalle signore della musica italiana alle giovanissime, perché, tra sorprese e conferme, la figura migliore in gara l’hanno fatta loro. A partire dalla leonessa Loredana Berté che ha vinto meritatamente il Premio della Critica intitolata a sua sorella Mia Martini con la sua Pazza inno autobiografico all’autonomia tra cadute, errori, dolori e scelte di libertà. In grandissima forma vocale e fisica, a ben 73 anni dà una lezione a tutte le ragazze di oggi. «Io voglio andare a Eurovision» proclamava ridendo alla stampa la diva dai capelli blu, la più giovane di tutte.

E che dire di Fiorella Mannoia che con nonchalance alla vigilia dei 70 anni ancheggia elegante sul ritmo cubano di Mariposa difendendo i diritti delle donne e la loro libertà. «È un manifesto che sottolinea l'orgoglio di essere donna, ma senza vittimismo» ha spiegato Mannoia che ha preso spunto dalla visione della serie tv Il grido delle farfalle, storia delle tre sorelle dominicane Mirabal, attiviste che si battevano contro la dittatura e per questo trucidate il 25 novembre 1960, proclamata poi Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Aspettando il doppio concerto di Una Nessuna Centomila all’Arena di Verona il 4 e 5 maggio a favore della omonima Fondazione che sostiene i centri antiviolenza di cui è presidente la Mannoia.

E mettiamoci pure Angela Brambati dei Ricchi e Poveri che a 75 anni, insieme al compagno di viaggio Angelo Sotgiu, riesce ancora a fare ballare grandi e piccini con Ma non tutta la vita con una professionalità da star internazionale quale è.

Angelina Mango

Angelina Mango - Ansa

La vera rivelazione del Festival è Angelina Mango, lanciata da Amici e dal tormentone dell’estate Che t’o dico a fa', che sinora ha realizzato 51 milioni di stream audio e video totali, disco di platino. La sua Cumbia della noia è tutt’altro che noiosa (firmata con un’altra delle migliori giovani autrici e cantanti italiane, Madame) ed ha vinto il Premio della Sala Stampa delle radio “Lucio Dalla”. Angelina ha toccato la critica anche per la sorprendente interpretazione de La rondine, delicato omaggio al padre Pino Mango scomparso quando lei aveva solo 13 anni, che avrebbe meritato di vincere la serata delle cover. A 23 anni la Mango appare solare, ma nei suoi primi testi ha raccontato esplicitamente le sue sofferenze. A lei si ispirano migliaia di ragazzine. «Sento la responsabilità nei loro confronti, cerco di essere me stessa e di insegnargli libertà, come mi hanno insegnato i miei genitori».

Libertà e autonomia anche per Annalisa che è diventata una macchina da guerra dell’hit parade. Anche lei, che ha studiato musica fin da bambina, da anni cercava una sua strada musicale, per il suo obiettivo talento vocale, sviluppando però anche quello di scrittura. L’incontro “fatale” con il re dei tormentoni Paolo Antonacci l’ha trasformata in una regina della discoteca, dai ritornelli incalzanti e guepière d’ordinanza. Perfetta al millimetro, con la sua Sinceramente, canzone costruitissima, la più trasmessa dalle radio fino a due giorni fa (ora è Tuta gold di Mahmood) è la donna con il più alto debutto in classifica su Spotify mondo dove ha già registrato più di un milione e 800mila visualizzazioni e il pezzo uscirà anche nella versione in spagnolo. La definizione di reginetta delle hit «non mi sta stretta – dice -, anche perché penso che le canzoni di successo siano comunque canzoni importanti. Mi dispiace solo quando vengono chiamate hit estive, perché non durano solo una stagione. Bisogna riuscire a trovare un equilibrio tra leggerezza, che trovo un valore, e messaggio».

Loredana Bertè

Loredana Bertè - Ansa

Non dimentichiamo anche la bella prova di Alessandra Amoroso che si è presentata elegante e appassionata dopo un periodo difficilissimo a causa dell’odio ricevuto sui social, cantando la sua risalita nella toccante Fino a qui. Tra le outsider si è fatta notare Big Mama alias Marianna (Mammone), la rapper 23enne bandiera della body positivity. In La rabbia non ti basta usa il ritmo dance per raccontare le violenze (verbali e psicologiche) che lei stessa ha subìto. «La musica è la sola cosa che mi ha tenuta viva» spiega la ragazza che è ha superato un tumore ed ha deciso di passare un messaggio di forza e coraggio a tutte le sue coetanee. Infine non dimentichiamo Clara Soccini, che canta la fragilità in Diamanti grezzi, un bel talento che dal 14 febbraio su Rai 1 riscopriremo anche in veste di attrice nella fortunata serie Mare fuori.

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