lunedì 5 aprile 2010
Capitale blindata: strade chiuse e agenti ovunque. Alemanno: «Manteniamo la calma tutti». Questa sera si disputa all’Olimpico l’ultimo atto della Coppa Italia Tv: RaiUno, ore 20.45.
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Non c’è ombra di dubbio: se l’Inter ha lo “Special One”, la Roma può ostentare il “Normal One”, al secolo Claudio Ranieri. Non troviamo altra definizione per descrivere la schiettezza e la semplicità del barone di Testaccio. Ieri l’allenatore romanista ha abbassato i toni d’una polemica assurda, innescata da Lazio-Inter dell’altra sera. «Non voglio parlarne, sono concentrato sulla finale: e mi auguro davvero sia solo una festa di sport», ha sussurrato rispondendo in maniera sorridente al primo cronista che, invece di chiedergli la formazione o le attese dello spogliatoio, ha tentato di fargli uscire di bocca una frase, magari innocua ma comunque decisiva per scatenare ulteriore astio. Beninteso, Ranieri ha sottolineato argutamente un particolare: «Non è solo un problema che riguarda questa città, qua c’è da analizzare una società che ragiona male». Ma si respira comunque un clima di alta tensione che ha spinto la Questura di Roma a mettere in atto un programma di massima allerta per questa sera in occasione della finale di Coppa Italia tra i giallorossi e l’Inter. Dalle 6 di stamattina è stato predisposto lo sgombero di tutti i veicoli in sosta nelle adiacenze dell’Olimpico, con strade chiuse dalle 16 e bus deviati. Agenti saranno presenti dentro e fuori lo stadio, con unità cinofile specializzate in anti-sabotaggio. Lo stesso sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, ha voluto lanciare un appello alle due tifoserie: «Voglio invitare tutti alla calma e a dare il buon esempio». L’allenatore giallorosso, Claudio Ranieri ha ribadito: «Sarà una festa di sport e non devono esserci incidenti. Sarà una sfida tra due squadre protagoniste e non ci sono favorite».Meglio pensare al match, dunque. Che, se vinto, per i giallorossi significherebbe entrare nella storia, visto che potrebbero appuntarsi sul petto pure la stella d’argento, effigie-diritto di chi alza al cielo la coppa Italia per dieci volte. In più, significherebbe pure una sorta di atto di dominio nei confronti dei nerazzurri, che potranno pur vincere lo scudetto, come ormai pare. Ma dopo aver perso 2 delle 3 partite disputate con i romanisti quest’anno, per tacer del fatto che la prima sfida, al Meazza, finì in pareggio. «Moratti - ha spiegato però sportivamente Ranieri - è una vita che spende ed è giusto raccolga una parte delle soddisfazioni che merita». Poi, nel merito dell’antagonista Mourinho, ha affermato: «Lo stimo. Sta facendo benissimo anche nel campionato italiano e si merita tutti i successi che sta conseguendo». E con il nerazzurro si trova in sintonia pure quando c’è da aggiungere che «questo calcio italiano non mi piace». Contro i morattiani schiererà Julio Sergio fra i pali, quasi una conferma del fatto che Doni, oltre che acciaccato, è anche una sorta di “separato” in casa. Poi, affidati compiti di marcatura a Burdisso, Mexes e Juan, chiederà a De Rossi e Pizarro di arginare le scorribande meneghine e a Perrotta e Taddei di inserirsi fra le linee mantenendo desta l’attenzione lungo le fasce. Tridente pesante, quasi non c’è scampo: Vucinic, Toni e Totti offrono garanzie di sfondamento diretto contro una squadra che non usa certo il fioretto, ma la sciabola. Ranieri ha cercato di mescolare le carte: «Non cercheremo lo scontro fisico, perderemmo». Probabilmente è l’unica bugia che ha raccontato.
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