martedì 19 gennaio 2016
​Con la vittoria contro La Spezia la squadra per la prima volta raggiunge questo traguardo. Giocherà contro il MIlan. E diventa subito "favola". Danilo Poggio
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Oggi in città parlano tutti di calcio. Anche chi non se ne è mai interessato. La parola “favola” è la più ricorrente per raccontare l'epopea dell'U.S.Alessandria, che ieri sera allo stadio Alberto Picco di La Spezia si è guadagnata la semifinale di Coppa Italia. La partita non era iniziata bene, con quel gol su rigore degli avversari dopo appena diciannove minuti. Eppure i Grigi hanno comunque continuato a lottare, fino a segnare all'83esimo e a passare in vantaggio nel recupero, scongiurando così i tempi supplementari. Meno di duemila i tifosi allo stadio, alcune centinaia ad Alessandria in piazza incollati al maxi schermo malgrado il freddo e molti di più in casa, a seguire la diretta televisiva. Verso le due del mattino, erano ancora in mille ad aspettare svegli la squadra nello stadio cittadino: persino qualche fuoco d'artificio per festeggiare gli eroi di una notte. Numeri da città di provincia, naturalmente, che hanno però destato l'attenzione di tutta Italia. Il fenomeno è diventato nazionale, rilanciato sul web come una classica riproposizione della favola di Cenerentola. Il profilo Facebook della squadra in poche ore ha guadagnato migliaia di visitatori e persino i media stranieri si sono interessati alla vicenda. I Grigi, pur ovviamente esaltati dalla vittoria, non hanno comunque perso quella concretezza mista a nostalgia tipica delle terre piemontesi: “Manteniamo un profilo basso“ ha detto il tecnico Angelo Gregucci, che ha voluto dedicare la vittoria a Piermario Morosini, uno dei suoi ragazzi, stroncato nel 2012 da una crisi cardiaca sul campo durante Pescara-Livorno. La partita di andata della semifinale si disputerà già martedì prossimo contro il Milan. Sarà “in casa”, ma a Torino, perché lo storico stadio Moccagatta di Alessandria non ha le caratteristiche per disputare una partita di tale livello. Non sarà un match facile, lo sanno tutti. In qualche modo, la squadra comunque è già nella storia. E poi, non si sa mai. Gli sportivi dicono sempre che questo è il bello del calcio.
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