venerdì 22 dicembre 2023
Un viaggio in dieci sezioni all'origine delle scritture dell'antico Egitto, a ritroso nel tempo di 4mila anni. Sotto i riflettori i geroglifici e l'avventura della loro decifrazione
Parte centrale del papiro di Kha

Parte centrale del papiro di Kha - Museo Egizio

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Il Museo Egizio di Torino si arricchisce di nuovi spazi. Riapre il terzo piano con il nuovo allestimento della Galleria della Scrittura. Si tratta di mille metri quadrati che ospitano 248 reperti, un viaggio in 10 sezioni all'origine delle scritture dell'antico Egitto, a ritroso nel tempo di 4mila anni. Sotto i riflettori non solo i geroglifici e l'avventura che nei secoli portò alla loro decifrazione e alla nascita dell'Egittologia, ma anche lo ieratico, il demotico e poi il copto.

Il progetto espositivo è stato firmato da tre curatori del Museo: Paolo Marini, Federico Poole e Susanne Toepfer, quest'ultima responsabile della Papiroteca del Museo, che ospita una delle più significative collezioni di papiri al mondo. La Papiroteca dell'Egizio, infatti, è uno scrigno di più di 800 manoscritti, interi o riassemblati, e oltre 23mila frammenti di papiro, che documentano più di 3mila anni di cultura materiale scritta in sette scritture e otto lingue ed è crocevia di progetti internazionali di restauro e digitalizzazione.

Fin dagli esordi la scrittura egizia ebbe una forte componente figurativa e il geroglifico, a cavallo tra tecnica e arte, è giunto a noi prima che sui papiri, su etichette di vasi, o scolpito sulle pareti di templi o su tombe o su statue, assumendo così connotati monumentali e celebrativi.

E' il caso del Cartiglio in calcare, datato tra il 1353 e il 1336 a.C., che apre la Galleria della Scrittura. Scolpiti su un gigantesco blocco, i geroglifici assumono una valenza quasi sacra e il nome della divinità Aten, riportato nel cartiglio, attraversa i millenni per arrivare intatto fino ai giorni nostri. In esposizione anche una delle prime frasi di senso compiuto conosciuta, contenuta sul frammento di un Monumento del faraone Djoser, datata tra il 2592 e il 2566 a.C. e venuta alla luce a Eliopoli nel secolo scorso.

"Proiettati verso il bicentenario nel 2024 - spiega la presidente del Museo Egizio, Evelina Christillin - tagliamo il traguardo a fine anno del milione di visitatori e riapriamo al pubblico il terzo piano del Museo. Un nuovo tassello arricchisce il percorso espositivo dell'Egizio, che cambierà ancora volto. Grazie al mecenatismo attento di Consulta, con la Galleria della Scrittura proponiamo una sorta di museo nel museo".

Per il direttore del Museo Egizio Christian Greco "testo ed immagine sono reciprocamente complementari e ci permettono di avvicinarci alla comprensione di 4mila anni di storia dell'Antico Egitto". "Come e perché si e' sviluppata la scrittura afferma - che ruolo ha avuto nella formazione dello Stato in tutte le sue articolazioni e nello sviluppo del discorso religioso e della complessa cosmografia funeraria? Sono alcuni degli interrogativi a cui cerchiamo di dare risposta, con rigore scientifico e allo stesso tempo cercando di interessare e appassionare visitatori di tutte le eta', anche attraverso supporti multimediali e interattivi".

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