venerdì 20 maggio 2022
Morto a 79 anni il compositore greco premio Oscar che musicò “Blade Runner”. Pioniere dell’elettronica cercava il suono dello spazio
Il compositore greco premio Oscar Vangelis, morto all'età di 79 anni

Il compositore greco premio Oscar Vangelis, morto all'età di 79 anni

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Come un’entità dell’Olimpo, con i suoi suoni quasi fuori dal tempo e dallo spazio. Rimangono ora di lui, eterei, insieme alle immagini dei film a cui ha prestato le sue iconiche e indimenticabili note. Se ne è andato ieri in un ospedale di Parigi, dove era ricoverato in cura, all’età di 79 anni, il grande compositore greco Vangelis. Come per tutti coloro che hanno fissato le proprie sonorità nell’immaginario collettivo attraverso la forza evocativa del grande schermo, anche per Vangelis Papathanassiou è inevitabile l’immediata associazione alla potenza di alcune scene, su tutte quelle di Momenti di gloria di High Hudson (con cui ha vinto il premio Oscar per la migliore colonna sonora originale) e di Blade Runnerdi Ridley Scott. Nel suo stile compositivo emerge un originale utilizzo dell’elettronica attraverso la sapiente esaltazione dei sintetizzatori, a conferma di una innata propensione alla sperimentazione e della sua formazione da autodidatta. Istinto naturale, precoce musicista, Vangelis non ha mai voluto prendere lezioni di teoria e armonia, scoprendo empiricamente i segreti delle sette note. In una delle sue rarissime interviste attribuiva al padre la sua passione per la musica che lo portò a mettere in piedi il suo primo concertino casalingo ad appena 4 anni, usando la radio, le pentole e i bicchieri. Autodidatta convinto, diceva che le sue radici rimanevano legate alla musica greca tradizionale, ma che il jazz aveva avuto la sua influenza fino a che, appena diciottenne, ottenne in regalo il suo primo organo Hammond. All’inizio degli anni Sessanta fonda il suo primo gruppo pop, i Forminx, subito popolare in Grecia.

Durante la rivolta studentesca del 1968 conseguente all’instaurazione del cosiddetto governo dei colonnelli, si trasferisce a Parigi con altri espatriati dove dà vita al gruppo di rock progressivo Aphrodite’s Child, di cui fanno parte anche Demis Roussos e Loukas Sideras (il singolo Rain and Tears è un successo in tutta Europa). Vangelis inizia la sua carriera da solista nel 1973 con la composizione delle colonne sonore di due film, rispolverando la sua passione per il cinema (coltivata in gioventù collaborando a diversi film greci dei primi anni ’60) e anche in questo caso ha la fortuna di in- crociare l’occasione irripetibile. In Francia scopre sonorità e modelli culturali diversi lavorando con Frederic Rossif, Henry Chapier, Robert Fitoussi e cogliendo anche un clamoroso successo personale con una grande serata all’Olympia. Dopo essersi trasferito a Londra, firma un contratto con la Rca e inizia a lavorare nel suo studio di registrazione (Nemo Studios), producendo alcuni dei suoi album più famosi, come Earth. Heaven and Hell (1975), Spiral (1977) e China (1979).

Frattanto assieme a Jon Anderson (cantante degli Yes) pubblica diversi dischi con il nome di Jon & Vangelis e collabora anche come arrangiatore con alcuni artisti italiani, da Milva a Patty Pravo, da Riccardo Cocciante a Claudio Baglioni (nell’album E tu... del 1974 le melodie delle tastiere richiamano quelle già utilizzate dagli Aphrodite’s Child). Negli anni Ottanta comincia a lavorare sempre più come compositore di colonne sonore e il destino bussa alla sua porta nella persona del regista Hugh Hudson con sottobraccio il copione di Momenti di gloria (1980). «C’erano davvero pochi soldi, ma Hugh e i suoi produttori mi piacevano – ebbe a raccontare – e fu un regalo del cielo lavorare con loro. Nessuno però avrebbe scommesso un penny sul risultato finale. La chiave di tutto fu l’uso del sintetizzatore quando andavano ancora di moda le grandi orchestre e l’idea di un suono anomalo che scava la sua traccia nella mente».

Milioni di dischi venduti, un Oscar e i maggiori riconoscimenti del cinema inglese gli aprono la porta di Hollywood, portandolo alla collaborazione con Ridley Scott ( Blade Runner e poi 1492) e a quella con un altro esule come Costa Gavras ( Missing). La sua patria artistica rimane però sempre l’Europa, spingendolo a lavorare con Roman Polanski ( Bitter Moon), Jacques Cousteau e, in teatro, con due leggende della cultura ellenica come Michael Cacoyannis e Irene Papas. Non a caso la sua ultima collaborazione colonna sonora di successo è per Alexander, l’epica ricostruzione della cultura greca classica tentata da Oliver Stone nel 2004. È grazie a Hollywood che la sua po- polarità prende il volo rendendo le sue musiche sempre più famose e riconoscibili, caratterizzate da eleganti melodie e sonorità d’atmosfera con l’impiego di voce umana, strumenti classici e, appunto, suoni elettronici. La sua musica si presta così anche allo sport e nel 1997 è, in patria, uno dei protagonisti della cerimonia d’apertura dei Campionati del mondo di atletica leggera di Atene: in più riprese, durante la serata, Vangelis suona alcuni dei suoi pezzi più famosi accompagnato da orchestra e coro.

Dall’atletica al calcio, quando nel 2002 compone l’inno dei Mondiali, in cui unisce musiche trionfalistiche a sonorità orientali. La “spazialità” della musica di Vangelis trova piena espressione in uno dei suoi lavori più interessanti e avvenististici, l’album Mythodea, una composizione registrata nel 2001 (ma scritta originariamente nel 1993) e utilizzata dalla Nasa come tema per la missione 2001 Mars Odyssey. In uno dei pochissimi concerti della sua carriera, Vangelis si è esibito al tempio di Zeus Olimpio di Atene eseguendo l’intero disco accompagnato da un’orchestra sinfonica e da un coro. Da questo concerto è stato realizzato un dvd che a tutt’oggi rimane l’unica documentazione ufficiale di un’esibizione dal vivo di Vangelis, se si escludono alcune sporadiche apparizioni televisive o un’esibizione trasmessa dalla tv olandese nel 1991 (in playback). Ben quindici anni dopo Mythodea è stata la volta di un successivo album “spaziale”, Rosetta. che fra tastiere, piano e sintetizzatori prende le mosse dalla sonda battezzata nel nome della storica stele che permise di decifrare i geroglifici, e poi lanciata nello spazio nel 2004 per provare a decifrare i misteri del sistema solare. Aldilà della terra.


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