sabato 20 luglio 2019
Aveva 90 anni: è annegata nel lago Balaton mentre nuotava, a causa di un arresto cardiaco
Addio Ágnes Heller, filosofa contro i totalitarismi
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È morta annegata la filosofa ungherese Agnes Heller, celebre teorica della critica radicale ad ogni totalitarismo e in anni recente impegnata contro "l'autocrazia" del primo ministro ungherese Viktor Orbán. Aveva 90 anni. Ieri si era recata a Balatonálmadi in Ungheria per una giornata di relax e si era tuffata nelle acque del lago Balaton per fare una nuotata. Alcuni amici, che erano con lei, l'hanno attesa invano a riva e hanno dato l'allarme. Nel tardo pomeriggio la polizia ha trovato il suo corpo. Secondo informazioni del medico legale, Heller avrebbe avuto un arresto cardiaco durante il bagno. L'annuncio della scomparsa è stato dato dall'Accademia delle scienze ungheresi.

Nata a Budapest il 12 maggio 1929, figlia della colta borghesia ebraica, sopravvissuta ad Auschwitz insieme alla madre (il resto della famiglia morì nei lager nazisti) e alla persecuzioni del regime comunista, Heller era stata allieva di Gyorgy Lukács ed esponente di spicco della cosiddetta "scuola di Budapest". La sua ricerca, ispirata a una lettura del marxismo in chiave antieconomicista e antropologica, è stata prevalentemente rivolta alla ricostruzione di un orizzonte etico. Marxista eterodossa e dissenziente durante il regime comunista, Heller era stata l'alfiere della teoria dei "bisogni radicali" (intesi come il vero terreno di scontro tra soggettività e potere) e della "rivoluzione della vita quotidiana".

Tra le sue opere principali si segnalano spiccano Sociologia della vita quotidiana (1970), La teoria marxista della rivoluzione e la rivoluzione della vita quotidiana (1972), La teoria dei bisogni in Marx (1974), Le forme dell'uguaglianza (1978), Morale e rivoluzione (1979), La filosofia radicale (1979). Assistente di Lukács all'Università di Budapest, Heller ne fu espulsa nel 1959 e i suoi scritti sottoposti al veto di pubblicazione; riammessa nel 1963 all'Accademia delle Scienze ungherese, divenne tra i più noti esponenti della cosiddetta Scuola filosofica di Budapest, insieme con F. Fehér, G. Márkus, M. Vajda.

Licenziata dall'Accademia nel 1973, nel 1978 accettò un incarico presso l'Univiversità di Melbourne (Australia) per trasferirsi poi all'Università di New York, dove ha ricoperto la cattedra intitolata a Hannah Arendt. È stata vincitrice del Sonning prize nel 2006. Nel 2018 è stata pubblicata in Italia la raccolta di saggi Marx. Un filosofo ebreo-tedesco (Castelvecchi) e nel 2019 il suo ultimo libro Orbanismo. Il caso dell'Ungheria: dalla democrazia liberale alla tirannia (Castelvecchi, che ha pubblicato anche Breve storia della mia filosofia, 2016, e La memoria autobiografica e Solo se sono libera, 2017).

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