mercoledì 23 giugno 2021
Aveva 97 anni. Tra i massimi esperti di Surrealismo e Dada, non solo a livello italiano, è stato anche scrittore e gallerista. Nel 1997 donò circa 500 opere allo Stato italiano
Arturo Schwarz nel 1998

Arturo Schwarz nel 1998

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Lo storico dell'arte e collezionista Arturo Schwarz, studioso delle avanguardie artistiche novecentesche e massimamente del Dadaismo e del Surrealismo, ma anche poeta ed editore, è morto all'età di 97 anni. Nel 1997 donò circa cinquecento opere alla Galleria nazionale di Arte Moderna di Roma: fra gli autori: Marcel Duchamp (80 opere), Man Ray (40 opere), René Magritte, Andrè Breton, Tristan Tzara e Max Ernest.

Leggi l'intervista realizzata in occasione dei suoi 90 anni “Arturo Schwarz, l'ultimo surrealista”


Noto anche fino al 1962 con lo pseudonimo di Tristan Sauvage, la lettura e la conoscenza di André Breton hanno indirizzato la ricerca di Schwarz verso il Surrealismo. È autore di saggi come "La sposa messa a nudo in Marcel Duchamp anche" (Einaudi), "Il surrealismo. Ieri e oggi" (Skira), "Dada e Surrealismo riscoperti" (Skira), "Man Ray" (Giunti), "Breton e Trotsky. Storia di un'amicizia" (Massari), "L'avventura surrealista. Amore e rivoluzione, anche" (Massari), "Almanacco Dada" (Feltrinelli). Autore del libro autobiografico "Sono ebreo, anche. Riflessioni di un ateo anarchico" (Garzanti, 2007), Schwarz si è dedicato molto all'indagine sul pensiero alchemico. Ha divulgato, anche attraverso la sua importante galleria milanese (1954-75), le opere di Marcel Duchamp (a cui dedicò la prima mostra italiana), Francis Picabia e Man Ray.



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