venerdì 2 giugno 2023
La compositrice finlandese aveva 70 anni. È stata una delle prime a raggiungere il successo in un mondo decisamente maschile. Nel 2021 aveva ricevuto il Leone d'oro alla Carriera
La compositrice finlandese Kaija Saariaho (1952-2023)

La compositrice finlandese Kaija Saariaho (1952-2023) - Ansa

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È scomparsa la compositrice finlandese Kaija Saariaho, tra le figure più importante della musica contemporanea internazionale. Aveva 70 ed era nata a Helsinki il 14 ottobre 1952 (nata Kaija Anneli Laakkonen: Saariaho è il cognome del primo marito, poi mantenuto). Nel 2021 la Biennale Musica le aveva conferito il Leone d'Oro alla carriera "per lo straordinario livello tecnico ed espressivo raggiunto nelle sue partiture corali e per l'originalità del trattamento della voce", non ultimo dei numerosi premi vinti nella sua carriera, tra Europa e Stati Uniti.

Kaija Saariaho è stata tra le figure più interessanti della sua generazione e una delle prime compositrici ad affermarsi sulla scena internazionale. Per quanto sia sempre stata chiara sul fatto di non volere che il suo genere fosse un argomento "critico" e ancor meno che il suo lavoro fosse considerato "femminile", è indiscutibile che la sua figura abbia svolto un ruolo importante nell'aprire la strada a colleghe più giovani in un mondo tuttora a forte predominanza maschile.

Negli anni 70 Saariaho aveva studiato alla Musikhochschule di Friburgo con Ferneyhough e agli Internationalen Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt ma reagì presto - come altri della sua generazione - ai dogmi del serialismo. Nel 1982 si trasferisce a Parigi, dove aveva scelto di vivere e dove è morta oggi. A Parigi aveva seguito corsi all'IRCAM sull'uso dell'informatica nei processi compositivi, da lei impiegati tra gli anni 80 e 90 fino a farne, insieme all'elettronica, un tratto caratterizzante insieme a un linguaggio basato su lente trasformazioni di dense masse sonore. Saariaho in questo senso aveva spesso parlato di una sorta di sinestesia: «Il mondo visivo e quello musicale sono un tutt'uno per me... Sensi diversi, sfumature di colore o texture e toni di luce, persino profumi e suoni si fondono nella mia mente. Formano un mondo completo in sé».

Nel 1999 Saariaho scrive uno dei suoi lavori più importanti, Oltra Mar, in cui l'elemento vocale è parte integrante della partitura orchestrale. L'esperienza la spinge a dedicarsi all'opera lirica, genere nel quale riscuoterà grande successo, divenendo con Thomas Ades la figura di riferimento nel genere negli ultimi due decenni. L'Amour de loin, su libretto di Amin Maalouf e basata su una biografia del trovatore del XII secolo Jaufré Rudel, è stata rappresentata in tutto il mondo dopo la prima produzione diretta da Peter Sellars al Festival di Salisburgo del 2000. Ha libretto di Malouf anche Adriana Mater, debuttata su librettosu libretto originale di nel 2006 all'Opéra Bastille di Parigi. Da segnalare inoltre l'oratorio La Passion de Simone, sulla vita e la morte della filosofa Simone Weil, del 2006/2007.

Proprio l'esperienza della scrittura vocale ha portato Kaija Saariaho a un linguaggio sempre più chiaro basato su pattern regolari e soprattutto una vena melodica di stampo modale. Tra le pagine più importanti di questa nuova fase Orion per grande orchestra (2002), tra i suoi capolavori, e Lanterna Magica (2008) di ispirazione bergmaniana, scritto per Sir Simon Rattle e i Berliner Philarmoniker. In occasione del Leone d'Oro alla carriera nel 2021 il Teatro la Fenice aveva proposto l'opera Only the sound remains (2016), ispirata e due classici del teatro No riscritti da Ezra Pound. La sua ultima opera, Innocence, era stata accolta con un trionfo di pubblica e di critica nel 2021 al festival di Aix-en-Provence


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