venerdì 8 settembre 2023
Storico, editorialista e saggista, da decenni una delle figure più influenti nel dibattito intellettuale francese, è morto all’età di 90 anni
Jacques Julliard

Jacques Julliard - Matthieu Riegler / Kyro / WikiCommons

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«Non sono praticante, ma più avanzo, più la mia sola linea intellettuale e morale è l’insegnamento di Gesù Cristo». Parole dello storico, editorialista e saggista francese Jacques Julliard, da decenni una delle figure più influenti nel dibattito intellettuale francese, appena scomparso all’età di 90 anni. Poliedrico e di lungo corso, come pochi altri, il percorso di quest’«umanista cristiano», come amava definirsi, anche parlando con Avvenire.

Fin dagli anni Sessanta, l’impegno sempre appassionato di Julliard si era manifestato tanto in campo universitario che sindacale, oltre che in quello giornalistico. Storico del sindacalismo e figura di riferimento pure delle sigle sindacali Cftc e Cfdt, Julliard era divenuto già nel 1978 direttore di studi presso l’Ehess (Ecole des hautes études en sciences sociales).

Acutissimo osservatore del mondo politico, era riconosciuto pure come un ispiratore della cosiddetta ‘seconda sinistra’ vicina al premier Michel Rocard e opposta alla gauche mitterrandiana centralista. Come opinionista, invece, è stato per oltre un trentennio uno dei pilastri del settimanale Le Nouvel Observateur, prima di lasciare la rivista per divenire in tarda età editorialista al settimanale Marianne. I suoi editoriali, pervasi da una profondità d’analisi e da uno stile letterario più che rari, erano sempre fra i più letti dal mondo politico.

«A mio parere, il Vangelo è la sola forza rivoluzionaria nel mondo, la sola forma di resistenza a ciò che detesto di più nella nostra società: l’utilitarismo e il primato del denaro», aveva dichiarato, esprimendo anche profonda ammirazione per san Giovanni Paolo II.

Segnato profondamente dalle esperienze della Seconda Guerra Mondiale e della Guerra d’Algeria, si era impegnato fin da giovanissimo nel movimento anticoloniale. Fra i suoi saggi più noti, L’Argent, Dieu et le Diable (Il Denaro, Dio e il Diavolo, Flammarion), una profonda riflessione ispirata all’opera di grandi autori cristiani come Péguy, Bernanos e Claudel.

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