venerdì 22 settembre 2023
Sull'isola di Sa'diyyat sorge più che un monumento all'amicizia tra le fedi: una moschea, una sinagoga e una chiesa. Nello spirito del documento sulla fraternità umana del 2019
Una veduta d’insieme della Casa della Famiglia abramitica ad Abu Dhabi

Una veduta d’insieme della Casa della Famiglia abramitica ad Abu Dhabi - Abrahamic Family House

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«Dio dall’unico nome / Dio privo di volto perché sei tutti i volti e nessuno è il tuo volto / Dio che non ti stanchi di raccogliere le nostre preghiere dissonanti / fa che sappiamo incarnarle nella vita, fino a farla diventare preghiera». Le parole, appena sussurrate, in inglese, si diffondono nello spazio bianco e sgombro. La donna ha il capo coperto dal velo color cipria e il corpo avvolto in una tunica scura, come si richiede per entrare in moschea. È scalza e accovacciata sul pavimento illuminato da una tenue luce d’alba. I suoi movimenti, mentre si risolleva, tradiscono una leggera vertigine. Rimette le scarpe e attraversa il giardino per dirigersi nella sinagoga, dalle fattezze simili: un abitacolo candido, orientato, però, stavolta non verso la Mecca bensì in direzione di Gerusalemme. Sotto il soffitto, che richiama le palme intrecciate per la “Festa delle capanne”, pronuncia la medesima preghiera. Lo stesso fa quando raggiunge l’estremo est della distesa verde e si intrufola fra le colonne slanciate della chiesa. «Non è sincretismo», spiega, senza rivelare il nome e la fede che professa. È il suo peculiare omaggio a questo luogo il cui solo esistere è la negazione dell’intolleranza religiosa. E di quanti fanno di essa un valore, dimenticando che non è la fede – qualunque fede – bensì la sua strumentalizzazione blasfema a sollecitare odio, ostilità, estremismo. Come si legge nel Documento sulla Fraternità umana, «Dio, l’Onnipotente, non ha bisogno di essere difeso da nessuno e non vuole che il Suo nome venga usato per terrorizzare la gente».

La sinagoga di Maimonide

La sinagoga di Maimonide - Abramic Familiy House

Era il 4 febbraio 2019 quando papa Francesco e il grande imam Ahmad al-Tayyib lo hanno firmato, in una solenne cerimonia, ad Abu Dhabi. Ora, questa città strappata al deserto con ostinata determinazione ha trasformato le parole scritte dal successore di Pietro e dalla massima autorità dell’islam sunnita nonché guida di al-Azhar, in vetro, pietra e mattoni perché persone di ogni parte del pianeta e di ogni convinzione possano toccarle e lasciarsene toccare. Situata sull’isola di Sa’diyyat – una delle tante propaggini di Abu Dhabi, a cui è collegata da un intreccio di ponti -, la Casa della Famiglia abramitica è molto più un monumento avveniristico all’amicizia tra le tre fedi discendenti da Abramo, il patriarca-pellegrino. La sua architettura di rara bellezza, moderna ma senza eccessi, merito del pluripemiato progettista ghanese-britannico David Adjaye, è pensata come un itinerario, durante il quale si può fare esperienza non solo della possibilità di convivere con i diversi ma della sua urgente necessità. «Differenti nella fede, uguali nell’umanità, insieme nella pace», si legge all’entrata del Forum, la prima tappa del tour all’interno del complesso, inaugurato lo scorso febbraio. Nei suoi corridoi, vari video – più installazioni video arte che veri e propri filmati - illustrano in sintesi la storia delle tre fedi monoteiste mentre una mappa interattiva circolare ne mostra i luoghi simbolo. Immersi in un rincorrersi di immagini e suoni, i visitatori raggiungono il grande muro composto dai triangoli dove, chi vuole, può scrivere un pensiero. Il Forum si apre su un giardino, elemento dal forte valore simbolico per i tre monoteismi, in cui palme e fiori si fanno largo fra il marmo bianco della pavimentazione. È il cuore della Casa. Qui sorgono, da oriente verso occidente, la moschea, dedicata al grande imam al-Tayyib, la sinagoga – al centro e intitolata al filosofo ebreo del XII secolo Maimonide – e la chiesa di San Francesco. «L’idea architettonica – spiegano dalla Casa della Famiglia abramitica – è quella di offrire una traduzione visiva delle tre religioni, cercando di far risaltare quanto hanno di simile e quanto di differente. Le linee, nette, disegnano una geometria chiara: tre cubi su un piedistallo di identiche dimensioni e fondamenta comuni, in modo da non nessuna sovrasti le altre».

La chiesa di San Francesco

La chiesa di San Francesco - Abramic Familiy House

Sono i dettagli a rendere unica ogni costruzione. Come i sette archi sulla facciata della moschea o le sue nove volte ascendenti, ciascuna delle quali si schiude in una vela. O, ancora, il delicato mashrabiyya, quasi un ricamo di 470 pannelli rifiniti a mano. Nella sinagoga spicca lo splendido lucernario che richiama la chuppah, la tenda utilizzata durante i matrimoni affinché solo un tessuto sottile separi la nuova coppia dal firmamento. L’entrata alla chiesa si scioglie in una selva di colonne la cui verticalità, ben piantata per terra, suggeriscono l’intima relazione tra Incarnazione e Resurrezione. La volta, inoltre, è formata da tredicimila listelli di legno che riprendono l’altare di San Pietro. A raccordare i particolari divergenti sono acqua e luce, elementi chiave di ogni costruzione e del giardino.
Nella tarda mattinata, quando i raggi incandescenti del sole del deserto colpiscono con violenza il bianco accecante, le forme perdono la loro rigidezza, i contorni si fanno dilatano, fin quasi a sfiorarsi l’un l’altro. La luce regala, almeno per un istante, l’illusione di un abbraccio del marmo intorno al giardino. Difficile non ripensare allora alla conclusione del Documento sulla fraternità umana: «Auspichiamo che questa dichiarazione sia lla riconciliazione e alla fratellanza tra tutti i credenti, anzi tra i credenti e i non credenti, e tra tutte le persone di buona volontà; sia un appello a ogni coscienza viva che ripudia la violenza aberrante e l’estremismo cieco; appello a chi ama i valori di tolleranza e di fratellanza, promossi e incoraggiati dalle religioni; sia una testimonianza della grandezza della fede in Dio che unisce i cuori divisi ed eleva l’animo umano; sia un simbolo dell’abbraccio tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud e tra tutti coloro che credono che Dio ci abbia creati per conoscerci, per cooperare tra di noi e per vivere come fratelli che si amano. Questo è ciò che speriamo e cerchiamo di realizzare, al fine di raggiungere una pace universale di cui godano tutti gli uomini in questa vita».

La moschea dedicata all’imam al-Tayyib

La moschea dedicata all’imam al-Tayyib - Abramic Familiy House


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