venerdì 14 luglio 2023
Debutta il 25 luglio a Cividale del Friuli il lavoro di Paolo Triestino dal romanzo "Le gratitudini" di Delphine de Vigan. Lucia Vasini è una anziana correttrice di bozze che perde le parole
Il cast di "Le gratitudini": da sinistra Lorenzo Lavia, Lucia Vasini, Valentina Bartolo e Paolo Triestino

Il cast di "Le gratitudini": da sinistra Lorenzo Lavia, Lucia Vasini, Valentina Bartolo e Paolo Triestino - foto di Stefano Sarghini

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La memoria della persecuzione nazista, una vita passata tra i libri, le parole che sfuggono inesorabilmente man mano che l’età avanza. E’ denso di fascino il romanzo Le gratitudini della scrittrice Delphine de Vigan che ora prende vita sulle scene, per la prima volta in Italia, nello spettacolo di cui firma regia e adattamento Paolo Triestino. Il quale è anche attore accanto a Lucia Vasini, Lorenzo Lavia e Valentina Bartolo. Prodotto da Artisti Associati Le gratitudini debutterà il 25 luglio a Mittelfest presso il Teatro Ristori di Cividale del Friuli.

La XXXII edizione di Mittelfest - festival multidisciplinare di teatro, musica, danza e circo di riferimento per l'area Centro-europea e balcanica con sede a Cividale del Friuli, quest’anno affronterà il tema “Inevitabile” come ha spiegato il direttore Giacomo Pedini annunciando 29 progetti artistci provenienti da 12 Paesi in scena dal 21 al 30 luglio. Per la prosa, uno degli appuntamenti più attesi è proprio per Le gratituidini che mette in scena la storia di Michka (Lucia Vasini), anziana correttrice di bozze di origini polacche, che per anni ha accudito Marie, figlia di una vicina di casa assente e problematica. Ora è lei ad avere bisogno di aiuto: perde le parole, proprio lei che con le parole ha giocato per tutta la vita. Marie e Jerome (Lorenzo Lavia), giovane e appassionato ortofonista, accudiranno e sosterranno Michka nel suo ultimo viaggio, determinata a dire grazie a tutti coloro che l’hanno aiutata, soprattutto a chi l’ha salvata bambina dallo sterminio nazista.

Lo spettacolo da febbraio sarà in tour. Il regista di questo lavoro, dicevamo, è Paolo Triestino, popolare attore di tante commedie cinematografiche (Viaggi di Nozze e Gallo cedrone di Verdone e altri film con i Vanzina e Monicelli ) ma in realtà serissimo regista e attore proveniente dal grande teatro. “Mentre nel mondo anglosassone si passa con naturalezza da un genere all’altro, in Italia è più difficile farlo – spiega ad Avvenire Triestino -. Io sono passata da Ibsen, Shakespeare, Il Principe di Homburg, l’Orestea di Eschilo a tante commedie. Poi ho fatto anche ruoli più seri in varie serie tv. La commedia mi piace molto, ma nel mio cuore è poi tornato il teatro, il mio primo amore, cui mi dedico totalmente”. Triestino lo vedremo nella serie comica di Amazon Prime A un passo dall’altare mentre in autunno riprenderà a teatro Testimone d’accusa di Agatha Christie.

Con Lavia padre Triestino recitò nel mitico spettacolo I masnadieri di Schiller, mentre ora il figlio Lorenzo Lavia, che Triestino fece debuttare bambino nel 1984 in un suo Amleto, è fra i protagonisti de Le gratitudini nel ruolo dell’ortofonista che aiuta l’anziana che sta perdendo le parole.

“Prima del Covid lessi il libro di Delphine de Vigan, scrittrice popolarissima in Francia, in Italia pubblicata da Einaudi, un donna problematica che è riuscita a sublimare i suoi problemi sulla carta – spiega Triestino -. Me ne sono innamorato, travolto dall’ondata emotiva di questo libro. Ho contattato l’autrice e mi ha concesso i diritti”. Il senso dell’opera, aggiunge, è tutto racchiuso nel titolo: le gratitudini. “I temi del romanzo e della sua riduzione teatrale sono tanti, ma il tema centrale è la gratitudine – aggiunge il regista – C’è una battuta magnifica: “Quante volte diciamo grazie nella vita, ogni giorno? Ma quante volte abbiamo detto grazie per davvero, e a chi?”. Il tema della gratitudine riguarda, come aggiunge il regista, “la necessità e l’urgenza di dire grazie quando serve, e le parole che ci rimangono dentro lasciandoci il rimpianto di non averle detto”. La protagonista desidera dire grazie a coloro che l’hanno accolta durante la Seconda Guerra Mondiale in Francia. La bambina ebrea scampata allo sterminio nazista cresce sviluppando il desiderio di dire grazie, anche se attorno si sviluppa la storia di una famiglia piuttosto scombinata. L’ironia del destino vuole che, da anziana, le parole sfuggano proprio a lei che era stata correttrice di bozze.

“Ci sono tre personaggi le cui esistenze si incontrano ed è un bellissimo scambio di emozioni, in alcuni punti molto divertente” spiega Triestino che nella pièce indossa i panni del direttore della Rsa in cui Michka è ricoverata, incarnando anche i suoi incubi vestito da nazista. “Lei sogna col terrore di invecchiare, di non essere all’altezza, mostra le sue paure, le sue angosce, ma ci sono momenti anche molto divertenti – aggiunge -. Lucia Vasini è una attrice capace sia nei ruoli brillanti e sia drammatici. Le persone anziane fanno ridere, mia mamma ad esempio diceva cosa esilaranti. Insomma è un lavoro divertente, drammatico, emozionante, ricco di buoni sentimenti ma senza retorica. La vecchiaia è un tema che tocca tutti: vorrei che quello che manca in scena ce lo mettesse il pubblico col il proprio vissuto”.

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