domenica 27 luglio 2014
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Senza il disco a 33 giri, long playing per gli esperti, 'padellone' in gergo, la musica pop non avrebbe conosciuto una diffusione commerciale ad ampio raggio. E non avremmo neppure avuto la concezione, purtroppo oggi quasi perduta, del disco come opera d’arte: formata da musica ascoltabile bene (il vinile è più 'vivo' dei compact disc, dal suono perfetto ma algido) ma anche da copertine e interni talmente ampi da consentire agli artisti di manifestare la propria poetica anche nelle scelte di immagini, disegni, libretti, poster e quant’altro.  A dire il vero, dischi in Lp erano già usati negli anni Trenta: ma dalle radio, per archiviare materiale o preregistrare trasmissioni. La Rca aveva provato a stamparne per il pubblico partendo da un’incisione della Quinta di Beethoven: però i primi 'padelloni' costavano troppo, contenevano poca musica e il pur pesantissimo e limitante 78 giri possedeva ancora suono migliore.  Così si dovettero attendere il Dopoguerra e lo scienziato Peter Carl Goldmark, che negli anni Quaranta sviluppò un disco in plastica infrangibile che poteva contenere venti minuti di musica per lato, aveva una vita sei volte superiore al 78 giri e si chiamava '33' perché 33 e un terzo erano, e sono, i suoi giri al minuto. Lì decollò in modo definitivo l’industria del disco. La Cbs lanciò questo primo 'vero' Lp, la Rca rispose col 45 giri, la Bell miniaturizzando le valvole fece virare i riproduttori di musica verso impianti portatili: mancava solo qualcuno che rendesse indispensabile il supporto al mondo. La musica classica non poteva bastare, per arrivare a chiudere le fabbriche di 78 giri (nel ’59) e giungere ancor oggi a fatturati altissimi dei 33, formato preferito dai cultori delle sette note (nel 2012 sono stati tre milioni, gli Lp venduti nel solo Regno Unito).  Ci voleva Frank Sinatra, per la precisione. Suo era stato il primo Lp ufficiale, The voice of Frank Sinatra, nel 1948: ma era ristampa di un 78 giri, come quasi tutti quelli editi fino ai primi anni Cinquanta. È nel gennaio 1954, sessant’anni orsono, che vide invece la luce il primo di una serie di Lp inediti che renderanno l’oggetto famosissimo nel mondo. E sono Lp di Sinatra. È Sinatra a far decollare il supporto, fino al ’54 amato in fondo solo dagli appassionati di Broadway: perché permetteva l’ascolto delle colonne sonore intere dei musical. Il primo album della serie decisiva per la storia della musica è Songs For Young Lovers (terzo nelle hit) e contiene faccende tipo My Funny Valentine; poi c’è Swing Easy sempre nel ’54 (considerato pietra miliare dell’epoca d’oro della canzone USA, raggiunge la top ten anche in Inghilterra); ed infine ecco In The Wee Small Hours, pubblicato nel ’55 ma anch’esso inciso nel ’54, disco d’oro negli States, nella Hall of Fame dei Grammy nell’84, in tutte le classifiche tra i 100 migliori album di tutti i tempi. E le tre copertine, che per l’epoca parevano dei poster, facevano entrare ulteriormente anche i non americani nel mondo elegante e malinconico del crooner: che così soppiantava definitivamente il rivale Bing Crosby, artefice invece del lancio del 78 giri. Eppure nel ’54 Frank Sinatra pareva un artista finito e fu una scommessa, per la Capitol, puntare su di lui per il lancio dell’Lp. Il film Da qui all’eternità gli aveva reso pochissimi soldi; il tour europeo del ’53 lo vide in teatri semivuoti (a Roma fu fischiato); la storia con Ava Gardner era finita. Era considerato un perdente, tentò il suicidio e andò in cura da uno psichiatra mentre il mondo lo percepiva 'vecchio' proprio come Crosby, lontano dai nuovi ritmi del Dopoguerra. Ma nel 1954 tutto cambiò anche per The Voice, non solo per l’industria. Vincendo l’Oscar proprio per Da qui all’eternità Sinatra ritrovò la boria di sempre, 'consigliò' i giornalisti di definire il suo ritorno 'nuova ascesa' e commentò la rinascita con la sorniona dichiarazione «Sono vicino ai 40, è tempo di andare a lavorare». Dietro le quinte pesava eccome, il fallimento specie del matrimonio: Frank beveva ed era depresso. Ma c’erano le potenzialità dell’Lp: che sfruttò scegliendo di persona canzoni d’amore anni Trenta e Quaranta per antesignani dei concept album dei cantautori, in cui il filo conduttore però erano chiari e scuri del sentimento.  Rilanciatosi con essi come cantante, Frank lo fece anche come attore, dal musical Bulli e pupe all’apoteosi hollywoodiana di due film all’anno (fra cui L’uomo dal braccio d’oro) sino al 1965. Quando tornò in Italia nel 1992, palazzetti e teatri erano sold-out: e la ripresa Rai dello show di Milano ebbe 8 milioni di audience. La seconda giovinezza di Sinatra, apertasi col lancio dell’Lp, si chiuse solo dopo quattro decenni. Di tournée e dischi stravenduti, nonché da icona dell’America: a dispetto dei lati bui del suo personaggio. Poi arrivò la vecchiaia, se ne andarono uno ad uno gli amici, tornò la depressione. Ma nel frattempo grazie all’Lp Sinatra era diventato per sempre, e nel mondo, The Voice. E la musica mondiale, grazie alla rinascita di Sinatra, aveva conosciuto orizzonti impensabili: con l’affermazione definitiva del 'padellone' a 33 giri.
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