Quando l’Italia sognò
con Martin Luther King

Una mostra alla Sapienza di Roma analizza come la battaglia per i diritti degli afroamericani coinvolse il nostro Paese, grazie alla denuncia di riviste come “Nigrizia” e di intellettuali come Calvino
October 26, 2025
Quando l’Italia sognò
con Martin Luther King
Il discorso "I Have a Dream" di Martin Luther King, pronunciato durante la Marcia su Washington / Bob Adelman / Library of Congress / CC0
Nel 1958 la rivista missionaria “Nigrizia” pubblicava l’articolo di un corrispondente d’eccezione come Giuseppe Tusiani, un giovane professore di letteratura figlio di emigrati italiani, nato in un piccolo paese del Gargano, San Marco in Lamis. Accompagnato da immagini molto eloquenti, il testo illustra senza sconti lo squilibrio sociale imperante negli Stati Uniti: «L’America non è quella che i frettolosi giornalisti, magari dopo un giretto turistico di pochi mesi, credono d’aver conosciuto in lungo e in largo e, di conseguenza, presentano ai lettori creduloni e altrettanto frettolosi con roboanti parole ricavate da poche note di taccuino. L’America è qualcosa di molto serio e di molto diverso, è una terra che spesso, per il suo vorticoso dinamismo, sfugge all’attenzione degli stessi americani, poiché ad ogni angolo corrisponde, come in tutto ciò che è umano, una eccezione ed ogni eccezione sembra insignificante nella luce intramontabile della regola. Ogni notizia che giunga all’estero presenta l’episodio nella sua nudezza e crudezza, e non sempre nello spirito da cui l’istesso episodio può essere condannato, diciamo, in partenza».
Tusiani racconta una delle tante storie di ingiustizia causate dal sistema della segregazione razziale: la vicenda occorsa nel settembre 1957 a Little Rock, in Arkansas, dove il governatore Orval Faubus tentò di impedire l’accesso di nove studenti neri nella High School, fino ad allora frequentata da soli ragazzi bianchi, rifiutandosi di ottemperare alla storica sentenza (Brown contro Topeka Board of Education) con la quale, tre anni prima, la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva dichiarato iniqua la segregazione scolastica. L’episodio di Little Rock divenne così uno scenario di scontro tra il segregazionista Faubus e il presidente Eisenhower, con momenti di grande tensione ed un forte coinvolgimento delle forze dell’ordine e della guardia nazionale, assumendo un profilo morale e politico di tale importanza da attrarre l’interesse internazionale.
La prospettiva angolare e al tempo stesso precoce di una rivista missionaria come “Nigrizia”, che nei resoconti di Tusiani condanna le storture della democrazia americana ma cerca al contempo di valorizzarne alcune possibilità di riscatto, costituisce un buon punto di partenza per introdurre il tema della partecipazione italiana alla battaglia per i diritti civili degli afroamericani. E non solo: il fatto che fosse un emigrato di successo come Tusiani, raffinato linguista e profondo conoscitore della cultura americana, a testimoniare quanto andava accadendo negli Stati Uniti, rappresenta di per sé un fatto degno di attenzione. Lo è per l’interesse che gli italiani nutrivano per il Paese verso il quale il fenomeno migratorio si era concentrato in modo massiccio dalla fine dell’Ottocento fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, ma lo è anche perché Tusiani parla attraverso un periodico di ispirazione cattolica che si proponeva di diffondere conoscenza e solidarietà vero il popolo dei neri, una parte di umanità che reclamava giustizia e che era importante conoscere, incontrare, sentire vicina.
La mostra “Martin Luther King e l’Italia” (visitabile da domani fino al 15 gennaio), organizzata all’Università di Roma “La Sapienza” come approfondimento autonomo dell’esposizione “Martin Luther King. Diritto alla libertà”, curata da Ashley Woods in collaborazione con il King Center for Nonviolent Social Change e con la Estate of Martin Luther King Jr., racconta la storia – mai analizzata in modo sistematico – della percezione che il movimento per i diritti civili in America suscitò nel nostro Paese. Gli studi condotti dal nostro gruppo di ricerca hanno fatto emergere non solo il carattere policentrico dell’interesse di tanti intellettuali e politici verso la difficile conquista della equità sociale in America, ma anche la sua fortissima connessione con l’evoluzione della nostra democrazia e con il progressivo sedimentarsi dei principi stabiliti dai padri costituenti nella Carta fondativa della Repubblica italiana. Sullo sfondo del complesso scenario della guerra fredda, il tema dei diritti civili in una presunta “società moderna” come gli Stati Uniti diventa motivo di riflessione sulla tenuta autentica di certi valori, sulla loro concreta applicazione, sulla responsabilità che ciascun individuo libero deve assumersi rispetto al concetto di pace e di giustizia, nella consapevolezza che questi valori hanno senso solo se applicati in modo indiscriminato, nel rispetto costante della vita e della dignità di ciascuno.
Lo spaccato che si offre ai visitatori della mostra restituisce le fragilità e le contraddizioni di un mondo fortemente diviso dagli schieramenti ideologici, evidenziando la centralità che la causa sacrosanta degli afroamericani – il “diritto di essere liberi” – e la coraggiosa rivoluzione nonviolenta guidata da Martin Luther King assunsero nel dibattito pubblico e man mano nelle coscienze di tanti italiani. Nel progressivo diffondersi delle ragioni e delle dinamiche del movimento di King - attraverso la stampa ma soprattutto nel discorso collettivo che in un’epoca fortemente relazionale come gli anni ‘60 si dispiegava nei circoli dei partiti, nelle parrocchie, nelle scuole e nelle università, come in ogni spazio della vita comune – si stabilisce un punto di riferimento concreto delle questioni teoriche dei gruppi di potere. Di fronte alla smisurata, macroscopica vergogna dei linciaggi e della segregazione, non era possibile non prendere posizione e, nonostante le diverse letture maturate dagli schieramenti, si giunse alla consapevolezza di una necessaria condanna. Centrale, in questa denuncia, risulta il ruolo assunto dalla Chiesa Cattolica, alla quale proprio King si rivolse incontrando Paolo VI a Roma nel 1964.
Tra le testimonianze più potenti di questa narrazione, spicca quella di Italo Calvino, che nel marzo 1960 incontrò King a Montgomery (Alabama) e si trovò ad assistere ad una delle proteste organizzate dal movimento per i diritti civili. L’esperienza fu traumatica e folgorante; nel suo diario annota: «Questa è una giornata che non dimenticherò finché campo. Ho visto cosa è il razzismo, il razzismo di massa, accettato come una delle regole fondamentali della società», per poi descrivere le umiliazioni subite dai neri, insieme al loro coraggio (soprattutto quello delle giovani donne) e la grande dignità con cui gli attivisti inermi sfidavano l’arroganza insopportabile dei segregazionisti. Rientrato in Italia, il grande scrittore rielaborò quelle pagine in un libro pubblicato postumo (Un ottimista in America, Mondadori, 2002), nel quale sintetizza l’esperienza di quei giorni difficili. In un paragrafo intitolato “Coinvolto”, Calvino lascia un insegnamento quanto mai significativo per la nostra attualità: «La battaglia dei negri del Sud non è più un fatto lontano e straniero, ma qualcosa in cui mi sento coinvolto, e non nel modo generico in cui chiunque non sia un reazionario dichiarato è solidale con ogni battaglia per i diritti umani. Ma che cos’è cambiato? Non sapevo tutto già prima? È cambiato in questo: che ho visto, che conosco le loro facce, degli uni e degli altri, i loro atteggiamenti, e adesso non posso più prescinderne, quei loro trambusti laggiù, che continueranno ancora per chissà quanti anni, ormai sono una faccenda anche mia».
La manifestazione organizzata a Roma dai movimenti nonviolenti il 6 aprile 1968, all’indomani dell’assassinio di Martin Luther King / per gentile concessione AGI Agenzia Giornalistica Italia”
La manifestazione organizzata a Roma dai movimenti nonviolenti il 6 aprile 1968, all’indomani dell’assassinio di Martin Luther King / per gentile concessione AGI Agenzia Giornalistica Italia”

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