martedì 17 gennaio 2023
Rilevate grazie a una tecnologia al laser, risalgono fino a 3000 anni fa. Le strade che le collegavano erano in pietra e potevano arrivare fino a 40 metri di larghezza
Una ricostruzione delle nuove città Maya scoperte in Guatemala

Una ricostruzione delle nuove città Maya scoperte in Guatemala - Fares Usa/Reuters

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Quasi mille antichi siti e insediamenti Maya, tra cui 417 città precedentemente sconosciute collegate da quella che appare paragonabile a una rete autostradale, la prima al mondo, sono state scoperte tra le fitte giungle del Guatemala settentrionale e del Messico meridionale. La scoperta è ulteriormente importante perché insediamenti e infrastrutture, risalenti a un periodo che va al 1000 a.C. al 150 d.C., sono costruite cinque secoli prima del picco classico della civiltà Maya, quando decine di grandi centri urbani prosperavano nell'attuale Messico e nell'America centrale.

Lo studio realizzato da un'équipe della fondazione di ricerca antropologica guatemalteca FARES e pubblicato online nella rivista Ancient Mesoamerica della Cambridge University Press, è stato condotto attraverso l'esame dei dati rilevati attraverso la tecnologia LiDAR (Light Detection And Ranging), che misura la distanza da un oggetto illuminandolo con una luce laser "sparata" da aerei in volo e che al contempo è in grado di restituire informazioni tridimensionali ad alta risoluzione sull’ambiente circostante.Questo ha consentito ai ricercatori di rimuovere virtualmente la vegetazione e mappare le antiche strutture sottostanti.

L'analisi dei dati ha evidenziato quello che per i ricercatori è il primo esteso sistema di "autostrade o superstrade" in pietra del mondo antico. Finora sono state scoperti quasi 180 km di strade spaziose, alcune delle quali misurano circa 40 metri di larghezza e si elevano dal suolo fino a 5 metri. Questa impressionante struttura stradale rispondeva evidentemente a una rete di interazioni sociali, politiche ed economiche.

Lo studio interessa l'area del bacino carsico Mirador-Calakmul, che si estende dalla giungla di Peten, nel Guatemala settentrionale, allo stato di Campeche, nel Messico meridionale. In questa zona i ricercatori hanno identificato anche piramidi, campi per il gioco della palla e importanti opere di ingegneria idrica, tra cui serbatoi, dighe e canali di irrigazione. Si ritiene che molti degli insediamenti fossero controllati dalla metropoli oggi nota come El Mirador.

"Molti siti a più livelli - spiegano gli autori dell'articolo - risalgono al periodo medio e tardo preclassico, come determinato dai test archeologici e dalla volumetria di architetture costruite e/o occupate contemporaneamente con caratteristiche morfologiche simili. L'architettura monumentale, i formati architettonici coerenti, i confini specifici dei siti, le strutture di gestione/raccolta dell'acqua e i 177 km di strade sopraelevate preclassiche suggeriscono investimenti di lavoro che sfidano le capacità organizzative di polarità minori e potenzialmente ritraggono le strategie di governo del periodo preclassico".

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