giovedì 25 settembre 2014
​Il premier all'Onu: ad Erbil in corso un genocidio, Italia a fianco della coalizione. Appello a non sottovalutare la situazione in Libia.
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​L'Isis non è una minaccia regionale ma un rischio per l'intera comunità. Dal Palazzo di Vetro di New York il premier Matteo Renzi nella sua ultima giornata negli States affronta molti temi del panorama internazionale. A partire proprio dallo stato islamico che Renzi definisce "una minaccia terroristica, non l'espressione di una religione". "Quando sono stato ad Erbil ho visto che è in corso un genocidio" ha detto assicurando "il sostegno italiano, nel rispetto della Carta Onu e delle prerogative del Parlamento, all'iniziativa della coalizione". "Il futuro oggi somiglia terribimente a una minaccia, deve invece tornare a essere una promessa" ha esordito il premier Matteo Renzi, intervenendo davanti alla 69ma Assemblea generale dell'Onu. Particolare attenzione alla Libia. "Si rischia di segnare il punto di non ritorno nel crinale di violenza e instabilità della regione" è l'allarme lanciato dal premier. "Non possiamo sottovalutare questo focolaio nel cuore del Mediterraneo" che "deve rivestire priorità altissima per le proprie ripercussioni vaste e gravi sull'area e oltre". Renzi ha sottolineato che l'Italia sostiene "con determinazione l'avvio di un processo inclusivo e consensuale" ed è pronta "ad accompagnare l'amico popolo libico in questo percorso, per scongiurare il rischio di una progressiva frammentazione del Paese e le conseguenze negative che ne scaturirebbero per la sicurezza del Nord Africa e della regione sub-sahariana". Solo una Libia solida e stabile", infatti, "può impedire che il Paese diventi un corridoio aperto al traffico internazionale di esseri umani". Con chiara allusione alle interferenze di Paesi terzi nel conflitto interno libico che contrappone le milizie filo-islamiche alle forze laiche, il premier ha fatto appello a tutti gli attori regionali e internazionali perché agiscano "con spirito costruttivo per facilitare l'azione dell'Onu". Non poteva manca un riferimento agli sbarchi e alle tante morti nel Mediterraneo. l"Abbiamo salvato 80mila vite perchè per noi il Mediterraneo è il cuore dell'Europa, non il cimitero dei dispersi" ha detto Renzi rivendicando l'impegno italiano per soccorrere i migranti in arrivo dal Nordafrica.
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