sabato 29 ottobre 2011
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Contro i licenziamenti più facili per ora i sindacati marciano divisi e colpiscono uniti. Ma se il governo interverrà davvero sui contratti a tempo indeterminato, un’iniziativa unitaria di protesta diventerebbe una soluzione molto probabile se non obbligata. I segretari di Cgil, Cisl e Uil si incontreranno già nei prossimi giorni per vedere se ci sono le condizioni per un percorso comune. Intanto Silvio Berlusconi reagisce alla levata di scudi di sindacati e opposizione parlando di «campagna di ipocrisie e falsità» che «rovescia il senso delle cose». Mentre il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia lancia un appello al dialogo ai sindacati: «Lavoriamo assieme senza irrigidimenti ideologici», perché «il mercato del lavoro non funziona bene, da una parte c’è troppa flessibilità in entrata, dall’altra troppa rigidità in uscita».Il segretario della Cgil Susanna Camusso continua invece a sparare sul quartier generale: «L’unico da licenziare è Berlusconi», ha detto ieri alla manifestazione nazionale dei pensionati. Il leader Cgil punta soprattutto a ricompattare il fronte sindacale: «Rinnoviamo l’appello a Cisl e Uil: ritroviamoci a discutere e ricostruiamo le ragioni unitarie», ha detto, «divisi siamo più deboli». L’operazione è meno spericolata di qualche tempo fa perché oggi anche le organizzazioni sindacali moderate sono molto più critiche verso l’esecutivo. Raffaele Bonanni, leader Cisl, ha ripetuto ieri che «questo governo non va, ce ne vorrebbe uno più forte e prima si fa e meglio è». Segnali di svolta anche dalla Uil, che proprio ieri è tornata allo sciopero, con la protesta dei lavoratori nel pubblico impiego. Un’iniziativa, ha detto il segretario Luigi Angeletti anche lui in piazza, che «serve ad aprire una nuova stagione di cambiamento». Se il governo «non cambia registro» a partire dal caso licenziamenti, la Uil è pronta «allo sciopero generale per tutte le categorie», ha avvertito. E ha confermato un incontro a breve tra i tre segretari per verificare le convergenze. Quanto a Bonanni, continua a considerare i sindacati ancora «molto lontani su tante questioni» ma su articolo 18 e dintorni, afferma, «sicuramente c’è unità». La proposta contenuta nella lettera a Bruxelles è «una provocazione, un’assurdità», ha ripetuto ieri, bisogna «incentivare le assunzioni non i licenziamenti. A differenza della Cgil, Cisl e Uil andranno comunque a sedersi al tavolo con il governo preannunciato dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Uno sciopero unitario a breve termine è quindi improbabile. Ma sulla flessibilità Bonanni e Angeletti non intendono cedere . «Si può andare per discutere dei problemi del mercato del lavoro, ha detto il leader Cisl, ma «non per discutere di licenziamenti».In una lettera pubblicata oggi da «Il Foglio» Berlusconi definisce invece «la polemica sui licenziamenti facili figlia di una cultura ottocentesca che ignora i cambiamenti del mercato del lavoro ed è oltraggiosa per l’intelligenza degli italiani». Per il premier i lavoratori sono «titolari di diritti, non schiavi». E la proposta intende «aprire nuovi spazi occupazionali ai giovani», mentre la cassa integrazione (oggi destinata ai dipendenti e non ai disoccupati) dovrà «garantire a chi perde il lavoro l’aiuto per trovare una nuova occupazione».
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