mercoledì 24 agosto 2016
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Terra dura di montagna, terra famosa nel mondo per gli imitatissimi spaghetti all'amatriciana, ma anche terra di terremoti. Amatrice è in zona "ad altissimo rischio sismico che corre lungo l’asse della catena appenninica" come ricorda l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Nel 1639 Amatrice e le ville summatine furono gravemente danneggiate dal terribile terremoto dei giorni 7, 14 e 17 ottobre. Cadde buona parte del palazzo degli Orsini, come pure la maggior parte delle case e delle chiese. Uno scenario molto simile a quello odierno. Successivi terremoti si verificarono nel 1672, 1703 (terremoto dell'Aquila), e 1730.

Più recentemente scosse importanti ci sono state nel 1916 mentre nell'estate del 2009, a pochi mesi dal terremoto dell'Aquila, il paese fu interessato da un interminabile sciame sismico che provocò grande preoccupazione. Paese antichissimo, come dimostra il ritrovamento di siti preistorici, è stato favorito dalla posizione in un'ampia conca e dal collegamento tramite la via Salaria, uno della "consolari" romane. Fino al 1927 faceva parte della provincia de L'Aquila, da allora con altri territori laziali, abruzzesi e marchigiani, ha costituito la provincia di Rieti.

La notorietà maggiore è legata sicuramente al semplice ma gustosissimo piatto di pasta con guanciale, pomodoro e abbondante pecorino che Amatrice rivendica e valorizza anche con una sagra giunta alla 50ma edizione e che doveva svolgersi proprio il 27 e 28 agosto. Antico paese di pastori oggi di turismo familiare ma anche per gli amanti del trakking. Cibo buono e grandi montagne, le più alte del Lazio. Il paese che conta 2.600 abitanti è infatti dominato dal massiccio dei Monti della Laga, che fa parte del Parco nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga, con vette che superano i 2.000 metri e culminano col Monte Gorzano che arriva a 2.458 metri, la maggiore della regione. Sentieri molto frequentati, aree di splendida natura dove da alcuni anni è stato reintrodotto il camoscio d'Abruzzo. Poco oltre, proprio al confine con le Marche nel comune di Arquata del Tronto, tra i più colpiti dalla scossa, l'ultima vetta del massiccio porta un nome che sembra evocare il dramma di queste ore: Macera della Morte.
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