lunedì 27 agosto 2012
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Soddisfatti, ma con prudenza. Le associazioni professionali dei docenti di area cattolica hanno accolto sostanzialmente in modo positivo l’annuncio del prossimo concorso per l’immissione in ruolo di quasi 12mila docenti, ma non nascondono alcuni timori e perplessità sul percorso e il metodo.A non convincere, in primo luogo, è «la prova selettiva» da svolgersi a fine ottobre. «L’idea che si ricorra ai test non ci lascia per nulla tranquilli – commenta Giuseppe Desideri presidente nazionale dell’Associazione nazionale maestri cattolici (Aimc) –. Soprattutto dopo le ultime vicende relative alle selezioni per i corsi abilitanti o la prova concorsuale riservata ai dirigenti scolastici. E poi l’idea che il test sia uguale e valga per tutte le tipologie dei docenti ci lascia perplessi». In effetti i percorsi di preparazione degli aspiranti docenti di scuola dell’infanzia e primaria non sono uguali a quelli dei loro colleghi che andranno a insegnare alle medie e alle superiori. «Un passaggio delicato – prosegue Desideri – che forse andrebbe preparato con maggior cura e non pensato per ottobre, cioè fra meno di due mesi». Timore e perplessità condivise dal presidente nazionale dell’Uciim, gli insegnanti medi cattolici, Giovanni Villarossa. «Un test di selezione? Non sono affatto tranquillo. Eppure questo concorso va fatto ed è atteso da moltissimo tempo. Inoltre spero che davvero si rispettino i tempi indicati dal ministero dell’Istruzione nella sua nota dell’altro giorno, perché anche i 12mila vincitori dell’annunciato concorso possano sedere in cattedra a partire dal settembre 2013».Ma l’altro aspetto critico è su chi potrà partecipare al concorso: al momento soltanto chi è già in possesso di un’abilitazione all’insegnamento. «Ma questo impedirà di partecipare a tutti coloro che stanno cercando l’abilitazione attraverso il percorso dei tirocini formativi attivi (i Tfa) – denuncia Fabrizio Foschi presidente nazionale di Diesse, associazione professionale dei docenti della Cdo –. Penso che non sarebbe affatto giusto. Anzi, credo sia necessario pensare in fase di pubblicazione del bando di concorso di riservare una parte anche a loro, proprio per poter garantire a tutti la partecipazione». Concorda il presidente dell’Uciim Villarossa: «Sarebbe sicuramente meglio se fosse aperto a tutti. Ma è già importante che si voglia dare una risposta a quanti da anni lavorano nella scuola senza avere un posto di ruolo, ma spendendosi quotidianamente al meglio per la professione docente».Anche il regolamento sulla valutazione del sistema scolastico, che ha ottenuto il via libera in prima lettura dal Consiglio dei ministri, raccoglie consensi dalle tre associazioni professionali, che, all’unisono, però, avvertono: «Non può essere fatto a costo zero, altrimenti rischiamo di far partire soltanto l’autovalutazione delle scuole senza creare un vero sistema di supporto e di aiuto al miglioramento».
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