mercoledì 11 giugno 2014
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"Non capisco che fina abbia fatto la proposta di legge, già approvata dalla Camera, che introduce finalmente i reati ambientali. Non c’è tempo da perdere, ogni giorno che passa è un regalo alle ecomafie". È la dura denuncia del procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti alle presentazione del rapporto Ecomafia 2014 di Legambiente. Denuncia subito raccolta e rilanciata da due ministri. Così il responsabile della Giustizia, Andrea Orlando chiede "una rapidissima approvazione. Quel risultato - avverte – va portato a casa. Certo tutto è perfettibile, ma in un Paese dove per troppo tempo è mancata una normativa penale in campo ambientale, queste norme sono davvero urgenti". E il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti fa "un appello al Parlamento ad accelerare. Ne abbiamo davvero bisogno. Noi come governo – è l’impegno – faremo di tutto per sveltire l’approvazione". Ma Roberti va oltre e indica altri necessari strumenti per combattere le ecomafie. "Oltre all’inasprimento serve la certezza della pena. Ricordiamo che il male delle giustizia italiana è la prescrizione, che di fatto annulla il 35% dei processi".  Inoltre è necessario contrastare maggiormente la corruzione che, sottolinea il procuratore, "è la chiave con la quale le mafie entrano nell’economia legale", ricordando che "siamo di fronte a veri e propri delitti d’impresa: le mafie offrono servizi perché ci sono imprese che li richiedono, ed è un numero enorme". Per questo, ricorda anche Orlando, "non dobbiamo confondere la semplificazione delle procedure con l’abbassamento dei controlli, soprattutto quelli ambientali. Spesso – denuncia anche il ministro – la mafia diventa un alibi  solleva la coscienza di fronte al altre compromissioni di chi ha fatto uso delle mafie come un 'service' che fuori dalle regole permette di battere chi invece le rispetta". Infine un ultimo appello al Parlamento del ministro Galletti ad approvare rapidamente anche la nuova normativa sul consumo di suolo. "È un provvedimento fondamentale, non possiamo più permetterci nuovo consumo in un Paese così malato da un  punto di vista del dissesto idrogeologico. E ricordiamo che in una fase di crisi economica questo fenomeno speso nasconde interessi d’altro tipo, sicuramente legati alle mafie".
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