venerdì 15 luglio 2016
​Va avanti senza sosta l'inchiesta sul disastro ferroviario in Puglia costato la vita a 23 persone. Coinvolta la società Ferrotramvia e il capotreno sopravvissuto. Sabato mattina ad Andria e Bari i funerali delle vittime.
Scontro tra treni, indagati i vertici dell'azienda
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Si terranno sabato alle 11, nel palazzetto dello sport di Andria i funerali delle vittime dell'incidente ferroviario avvenuto il 12 luglio e costato la vita a 23 persone. A Bari i funerali di due delle vitttime. A piangere i morti tra le lamiere dei due treni scontratisi a 10 all'ora in aperta campagna tra Andria e Corato ci saranno i familiari, i rappresentanti delle istituzioni ma anche tante persone comuni, come quelle che, a centinaia nei giorni scorsi, si sono trovate negli ospedali pugliesi per donare il sangue necessario alle decine di feriti. In segno di lutto, bandiere a mezz'asta saranno esposte sugli edifici pubblici di tutta Italia. Alle esequie parteciperanno, tra gli altri, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, in rappresentanza del Governo, e la presidente della Camera Laura Boldrini. Intanto vanno avanti senza sosta le indagini sul disastro, delle quali è responsabile la procura di Trani. Sono formalmente indagati anche i vertici di Ferrotramviaria, l'azienda che gestisce la linea sulla quale è avvenuto lo scontro, dopo che, nel fascicolo erano già entrati i nomi dei due capistazione di Andria e Corato (Vito Piccarreta e Alessio Porcelli) e quello del capotreno superstite, Nicola Lorizzo. I reati ipotizzati, per i ferrovieri e per i vertici dell'azienda sono gli stessi: disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni personali colpose plurime. Un errore umano, ma non solo. Così il procuratore facente funzioni di Trani, Francesco Giannella, ha definito la causa dell'incidente: "Parlare di errore umano è corretto - ha spiegato - ma è assolutamente riduttivo". Nei prossimi giorni saranno interrogati dai pm i vertici di Ferrotramviaria, mentre proseguono senza sosta le indagini degli inquirenti di polfer e squadra mobile di Bari. Restano aperti gli interrogativi legati all'uso dei fondi europei per il raddoppio della linea Bari-Barletta. Il piano ferroviario per la Puglia, che includeva proprio il raddoppio, era inizialmente previsto per il periodo 2007-2013 ma era stato rinviato con un margine di tempo fino al 2020 a causa del ritardo nella concessione di permessi per portare a termine l'opera. Si tratta di un piano ampio dei trasporti nella regione, per il quale era stata preventivata una spesa di 180 milioni di euro, di cui 110 erano fondi regionali europei. "I lavori non sono stati completati a causa dei ritardi, per le difficoltà a ottenere i permessi legati agli espropri dei terreni", riferiscono fonti della Commissione Europea, mentre la portavoce della Commissione Ue per i Trasporti, Anna-Kaisa Itkonen, ha spiegato ieri he "la gestione del finanziamento spetta alle autorità nazionali" e che sono state le autorità italiane a comunicare che non si sarebbe portato a termine il progetto nel periodo stabilito, proprio per questo la Commissione aveva deciso di trasferire i fondi al 2014-2020.
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