giovedì 5 giugno 2014
​Il premier interviene sulla maxi-inchiesta: il problema sono i ladri non le regole. Cantone (Autorità anti-corruzione): sistema inquietante.
L'INCHIESTA Fondi neri per milioni
Un nuovo urto allo stomaco di Giuseppe Anzani
COMMENTA E CONDIVIDI
"Un politico indagato per corruzione fosse per me lo indagherei per alto tradimento. Il problema della corruzione non solo le regole che non ci sono ma quelle che non si rispettano". E ancora, per sintetizzare meglio in concetto: "il probIema sono i ladri non le regole". Il premier Matteo Renzi interviene sul caso Mose il giorno dopo l'inchiesta che travolto Venezia e il Veneto con 35 arresti e cento indagati. Renzi ha sottolineato di avere "piena fuducia nella magistratura" e ha auspicato che si possa arrivare al più presto ad una definizione delle eventuali responsabilità. Di certo il mondo politico, alle prese con questa Tangentopoli della Laguna, ne esce a pezzi. "Altro che lambita" dice Renzi a chi gli domanda se la politica sia stata coinvolta da questo scandalo. Anche il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone ritiene che sia arrivato il momento di ripensare il sistema degli appalti. "Cambiare le regole non basta occorre discontinuità politica e culturale" ha detto Cantone. "Quello che sta emergendo in questa vicenda - ha aggiunto -, che ovviamente deve essere vagliata dalla magistratura, è un sistema molto inquietante, ancora più di quello già grave venbuto alla luce per Expo". "Serve una terapia d'urto" è il commento dell'associazione Libera che chiede a governo e Parlamento di intervenire dopo i casi sconcertanti legati all'Expo e al Mose. L'associazione chiede l'istituzione di nuovi reati come l'autoriciclaggio e la reintrdocuzione del falso in bilancio.  
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: