martedì 5 aprile 2016
​Un'imprenditrice di San Severo finita nel mirino dell'usura: grazie alla Fondazione Buon Samaritano, che mi ha ascoltato e dato coraggio, ho ritrovato la mia dignità.
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«Lo Stato c’è. Bisogna denunciare. Io l’ho fatto, sono stata ascoltata, i miei aguzzini sono stati arrestati e condannati. E non ho avuto ritorsioni». È l’emozionata ma ferma testimonianza di Maria (nome di fantasia) imprenditrice di San Severo, finita sette anni fa nel baratro dell’usura. Poi grazie all’accompagnamento della Fondazione Buon Samaritano la decisione di denunciare. Ora è qui (anche se si sente solo la voce) per raccontare la sua storia e, soprattutto, «per dire grazie a chi mi ha aiutato». In particolare la Fondazione. «Avevo paura di tutto, sentivo un muro attorno a me. Sono stata ascoltata, mi hanno dato coraggio per andare avanti e denunciare». Una situazione disperata. Più di 100mila euro nelle tasche degli usurai, ma a convincerla era stato altro. «È stata una richiesta che sarebbe andata oltre il denaro e avrebbe colpito la mia dignità. Questo vale molto più del denaro. Così ho deciso di denunciare. Mi sento protetta, le forze dell’ordine mi sono vicine». Così non ha avuto dubbi a portare la sua testimonianza. «Ho detto subito: vengo a dare una mano». Sarebbe voluta venire anche Concetta, ma la sua vicenda è recentissima, gli estorsori sono stati arrestati poco più di un mese fa, e con l’inchiesta in corso meglio essere prudenti e non farla esporre. Vedova, con madre malata e un figlio minorenne, è stata sostenuta dalla Fondazione, come ricorda il presidente Pippo Cavaliere. «Ci ha chiesto aiuto e le abbiamo dato sostegno legale e psicologico. Fondamentali l’azione della magistratura e delle Forze dell’ordine che in appena 48 ore dalla denuncia della signora hanno operato gli arresti, dimostrando capacità, determinazione e efficienza. E grande umanità». Ribellarsi funziona, come dimostrano i dati della Fondazione, della quale è presidente onorario l’arcivescovo. «Negli ultimi 5 anni – dice con orgoglio Cavaliere – abbiamo favorito 22 denunce per usura e ci siamo costituiti parte civile. Ben 15 processi si sono conclusi in tempi brevi con le condanne degli imputati. Per alcuni abbiamo già condanne in appello. Il merito maggiore è di chi ha denunciato ed è la dimostrazione che i risultati arrivano in fretta». Ma bisogna tutti impegnarsi. «Non è sufficiente stare sugli spalti – è l’appello del presidente – bisogna scendere in campo perché la partita si può vincere». 
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