giovedì 26 gennaio 2023
Incertezze applicative, eccessi nell'interpretazione delle regole, dubbi sulle modalità di accesso: nei Paesi Bassi si cerca di chiarire i percorsi per l'eutanasia. E' la "burocrazia della morte"
 «Medici, più cautela»: un «Codice eutanasico» dopo abusi ed eccessi
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Sono passati più di 20 anni dall’approvazione della legge olandese sull’eutanasia ed il suicidio assistito, entrata in vigore il 1° aprile 2002, che prevede per l’attuazione «una sofferenza insopportabile senza alcuna speranza di guarigione, più pareri di medici e specialisti, la lucidità del paziente sin dal momento in cui firma il documento della morte su richiesta». Un compito importante lo riveste l’Rte, la commissione chiamata a decidere, dopo il decesso del paziente, se l’eutanasia è stata eseguita secondo la legge. Ma come è possibile stabilire quando è arrivato il momento di intervenire procurando la morte del malato? Per assistere i medici che si assumono la responsabilità di decidere sulla vita e la morte del paziente l’Rte ha pubblicato nel 2022 un Euthanasie code (Codice eutanasico), aggiornamento di quello già uscito nel 2008 e poi nel 2015, cercando di risolvere incertezze e perplessità. Il documento, di 78 pagine, è stato emesso «a tutela legale» dei medici e allo scopo di creare una migliore cooperazione fra loro, i familiari, la giustizia». Il primo dilemma, posto dall’associazione dei medici Knmg, è sui pazienti affetti da demenza, non più in grado di intendere e volere, che pur avendo in passato espresso e sottoscritto un testamento biologico per ottenere l’eutanasia all’ultimo momento non vogliono più saperne. In questa circostanza è prevista la sedazione, dopo che nel 2020 un medico fu condannato per aver tenuto ferma una paziente che si era ribellata al momento in cui stavano per infilarle l’ago in vena, proseguendo nella pratica mortale che lei sosteneva di non volere più. In generale si consiglia al medico di «prendere tempo» in modo da valutare sino all’ultimo se si tratta veramente di una decisione inequivocabile del malato. Il documento insiste sull’«importanza che il medico si metta nei panni del paziente», soprattutto per la comprensione della sua sofferenza insopportabile, che «potrebbe riferirsi anche all’angoscia di continui peggioramenti». Il Codice denuncia il pericolo che, attuando ulteriori allargamenti, la situazione vada fuori controllo. In riferimento a una donna che non parlava né inglese né olandese si legge che «se il paziente non è più in grado di comunicare, neanche dando il suo consenso con un gesto della mano o altri segnali come aprire e chiudere gli occhi, la decisione del medico va presa con molta cautela, per comprendere se in quel momento il desiderio del paziente di uscire dalla vita è stabile o si notano incertezze». Fondamentale rimane la figura del medico indipendente che appartiene al gruppo chiamato Scen, parte della Knmg, chiamato a consulto per aiutare il collega nella scelta eutanasica. Si precisa poi che eutanasia e suicidio assistito devono essere eseguiti non da un familiare né da un infermiere ma solo dal medico che ha seguito il suo paziente per tutto il periodo imposto dalla legge. Il medico deve essere presente accanto al moribondo sino alla sua morte. Il pensiero qui va a casi di persone che si sono «svegliate terrorizzate» durante l’atto finale, quando il medico pensava fossero oramai incoscienti. Ciò vale anche per il suicidio assistito, in cui possono subentrare forti nausee o crisi di rigetto dopo la somministrazione del farmaco letale. I medicinali per rilassare i muscoli vanno iniettati solo quando il paziente non è più lucido per evitargli devastanti effetti collaterali, vissuti con grande ansia e paura. Infine, come comportarsi in caso di coma? La sofferenza continua e insopportabile prevista per legge presuppone uno stato di coscienza del paziente. Ma se il malato è in coma irreversibile? In tal caso essa l’eutanasia è proibita perché si suppone che il paziente non senta il dolore. Se il coma è reversibile, o comunque lo stato di incoscienza è minimo, potrebbe avvertire il dolore, quindi l’eutanasia si può applicare. Nella sua conclusione il presidente coordinatore dell’Rte, Jeroen Recourt, ricorda che «gli articoli 293 e 294 del Codice penale sono rimasti invariati nel corso degli anni. Quindi l’eutanasia rimane punibile per legge. Ma rimane la non punibilità, appunto, per i medici che l’attuano agendo in modo “ zorgvuldigheidseisen” », una lunga parola olandese che significa «con la pretesa, dovuta diligenza». Maria Cristina Giongo © RIPRODUZIONE RISERVATA
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