martedì 9 febbraio 2021
Sta suscitando polemiche la scelta di una farmacista di negare la "pillola del giorno dopo" a una donna che la chiedeva, ritenendola potenzialmente pericolosa. L'Ordine: minorenni, consumo eccessivo
La farmacista fa obiezione su EllaOne, sit-in e interrogazione contro di lei
COMMENTA E CONDIVIDI

Alla Farmacia del Ponte Del Giglio, una manciata di chilometri a nord di Lucca, sarebbe stata negata la cosiddetta “pillola del giorno dopo” EllaOne a una donna che ne aveva fatto richiesta. Il farmaco in questione non era nelle disponibilità immediate, secondo quanto dichiarato al quotidiano locale "Il Tirreno" dalla farmacista Maria Rosaria D’Atri, la quale dice anche di aver informato la donna che il «farmaco è abortivo e non può essere preso con leggerezza» (dal 2015 infatti è stato tolto l’obbligo di ricetta medica per le maggiorenni, cui l’8 ottobre 2020 si è aggiunto un analogo provvedimento per le minori). La vicenda ha innescato sabato 6 febbraio un sit-in organizzato davanti alla farmacia dal movimento “Non una di meno” che in una nota ha spiegato che «l’obiezione di coscienza sulla contraccezione di emergenza (così è dichiarata dall’Aifa la pillola del giorno dopo, ndr) non è consentita per legge». La legge che va rispettata è, in realtà, quella che garantisce il diritto del cittadino a ricevere l’assistenza sanitaria. Di fronte a simili situazioni, il Comitato nazionale per la Bioetica aveva riconosciuto in un parere del 2011 su casi come questi che nell’ambito del «rispetto dei principi costituzionali si debbano considerare e garantire gli interessi di tutti i soggetti coinvolti»: e dunque della donna, che deve ricevere l’indicazione di un’altra farmacia dove ottenere il prodotto richiesto, e della farmacista, che deve poter assecondare la sua coscienza – un diritto che ha «fondamento costituzionale nel diritto generale alla libertà religiosa e alla libertà di coscienza» – sempre «nel rispetto degli altri diritti fondamentali».

La manifestazione davanti alla farmacia in Toscana ha ottenuto molta eco sui media del territorio e sui social, tanto che la dottoressa D’Atri ha precisato che se chi richiede la “pillola del giorno dopo” insistesse per averla «me la dovrei procurare, anche se sono contraria». Un’affermazione cui ha aggiunto il giudizio col quale ha assimilato alle «leggi razziali» le «regole che mi impongono di farlo», suscitando altre polemiche. Al momento dall’Ordine dei farmacisti di Lucca traspare serenità insieme a una certa preoccupazione per l’uso disinvolto di EllaOne tra le minorenni: «Una ragazzina non può presentarsi ogni settimana a richiederla – ha detto il presidente provinciale Salvatore Ingrosso –. La logica di comportamento di un farmacista non è "tu mi chiedi, io ti do". Questo episodio può stimolare la riflessione».

Sul piano politico la vicenda sta accendendo gli animi. La farmacista ha ricevuto infatti la solidarietà del Popolo della Famiglia, che la ringrazia «per la sua professionalità, per il suo rispetto per la verità, e per aver avuto il coraggio di non distogliere lo sguardo dalla donna che aveva davanti», e di Massimo Gandolfini (Family Day) che parla di atto «motivato da ragioni scientifiche, deontologiche ed etiche». Ma c’è da registrare la preannunciata interrogazione parlamentare sulla vicenda da parte di Nicola Fratoianni (Leu) che definisce «sconcertante la difesa della farmacista» che avrebbe addotto «argomentazioni moralistiche che nulla hanno a che fare con la salute della donna», aggiungendo che ha fatto ricorso a «menzogne» e auspicando «adeguati provvedimenti».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI