mercoledì 21 novembre 2018
Domani e domenica due incontri a Milano e a Padova per riflettere su un problema sempre più allarmante: ogni anno 300 milioni di utenti visitano 260 milioni di siti a luci rosse. Parla chi ne è uscito
«Io, schiavo della pornografia sono rinato in 12 passi»
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Se anche un noto marchio della grande distribuzione come Unieuro assolda un attore porno per la pubblicità del black friday – con uno spot farcito di doppi sensi da caserma – vuol dire che l’obiettivo di contrastare la cultura della pornografia deve considerarsi fallito? Difficile dirlo, ma è certo che la scelta pubblicitaria non può che alimentare una diffusa tolleranza, oltre che nei confronti del cattivo gusto, verso un universo parallelo che arricchisce pochi paperoni – l’80 per cento del mercato mondiale è in mano alla multinazionale Mindgeek, sede in Lussemburgo, uffici sparsi in una decina di Paesi – ma produce dipendenze, criminalità, psicopatologie, sofferenza.

E così, invece di prendere le distanze da modelli sempre e comunque negativi, si strizza l’occhio a un arcipelago melmoso che nel 2016 ha sfiorato i duecento miliardi di dollari di profitti. Cifra mostruosa, ma purtroppo non è un mistero per nessuno che l’industria a luci rosse sul web sia tra le più redditizie con circa 300 milioni di utenti che visitano quotidianamente 260 milioni di siti pornografici e spendono ogni secondo 3mila dollari per acquistare contenuti pornografici. Un divertimento ormai sdoganato e quindi anche eticamente accettabile? Niente affatto. Una gravissima dipendenza che apre la strada a comportamenti devianti. Esistono studi scientifici che dimostrano come la sessualità compulsiva "attivata" dalla fruizione di pornografia possa diventare l’anticamera di comportamenti criminali come la pedofilia e finisca per innescare ansia, depressione, manie ossessive, difficoltà relazionali.

Giusto quindi tenere alta la guardia contro una rischio di cui si parla poco ma che produce danni non inferiori a droga, alcol, azzardo. Va sottolineato quindi l’impegno con cui l’associazione Puridicuore lavora da ormai due anni per fare conoscere percorsi di recupero e guarigione dalla dipendenza sessuale. Due incontri importanti sono previsti domani a Milano (parrocchia Santa Rita da Cascia ore 18) e domenica 25 a Padova (Casa di spiritualità Santuari Antoniani di Camposampiero).

L’incontro di Milano è promosso dalla Fondazione G.B. Guzzetti, che gestisce 6 consultori di ispirazione cristiana e da tre Uffici pastorali della diocesi ambrosiana (Famiglia, Giovani, Salute). In entrambe le occasioni, accanto a Puridicuore, ci sarà "Sessodipendenti Anonimi" (saitalia.blogspot.it), emanazione italiana di una realtà come Sexaholics Anonymus (www.sa.org) diffusa in 60 Paesi del mondo grazie al programma dei "Dodici Passi", decisivo per la guarigione spirituale dalla dipendenza sessuale. Come a successo a Nicholas S. che domani e domenica porterà la sua testimonianza per dimostrare che dalla dipendenza sessuale, anche dopo aver toccato il fondo, si può uscire. «Il mio matrimonio – racconta – è fallito prima che riuscissi a trovare la soluzione alla mia dipendenza dalla lussuria. Ma da quando sono sobrio, sono riuscito a mantenere ottimi rapporti con i miei tre figli (e ora con 6 nipoti). Sebbene la madre dei miei figli non riesca più ad amarmi, non è stata in grado di impedirmi di amarla. Anche se abbiamo pochissimi contatti, rimango fedele a lei per la vita e sono lieto di attendere un miracolo».

Oltre alla "sobrietà" dal sesso Nicholas, inglese, ha riconquistato anche la fede: «L’avevo abbandonata durante gli anni dell’adolescenza perché – spiega – non potevo conciliare il mio comportamento sessuale con l’insegnamento della Chiesa. Confessare il mio peccato segreto ogni settimana mi stava facendo impazzire. Trent’anni dopo, quando ero sessualmente sobrio da tanti anni, tutte le obiezioni che avevo accumulato contro la mia religione crollarono e riuscii a ricongiungermi alla Chiesa in buona coscienza. Oggi frequento la Messa ogni giorno e la fede è un aspetto importante della mia vita».

Decisivo per questa resurrezione l’incontro con una persona che gli parlò del "programma dei dodici passi", prassi mutuata dagli Alcolisti Anonimi che si è rivelata vincente anche per la sessualità compulsiva: «La persona che mi ha parlato della dipendenza sessuale – riprende Nicholas – mi ha anche parlato dei "Dodici Passi" per il recupero dalla dipendenza sessuale. Ho frequentato quegli incontri, poi dopo 5 anni ho conosciuto e iniziato a partecipare a Sexaholics Anonymous, dove la sobrietá sessuale consiste nel non avere rapporti sessuali fuori del matrimonio».

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