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Una spettatrice della serata di terni - Salute.chiesacattolica.it
Una donna aspetta un bambino. La coppia è giovane. I due non sono ancora sposati e hanno difficoltà economiche. Ma accettano quella gravidanza, nonostante le incognite future e la prospettiva di un viaggio faticoso, senza certezze e nemmeno una casa dove stare. Il 7 dicembre, a Roma, la platea forse si aspettava un concerto natalizio, con i canti tradizionali. E invece «Il viaggio di Maria» – evento-concerto promosso dall’Ufficio Cei per la Pastorale della Salute alle Corsie Sistine di Santo Spirito in Sassia, dove si trova la Ruota degli Esposti, la prima in Italia – ha commosso e ha fatto riflettere, in un crescendo di emozioni che, oggi come ieri, si ripetono allo stesso modo.
In un sistema speculare, sono stati eseguiti 12 brani musicali, intervallati da 4 racconti tratti dal libro “In nome della madre” di Erri De Luca; agli estremi l’antifona “Puer natus est” e le due letture “Amor de Caritate” di Jacopone da Todi e “Buon Natale, amico mio” di don Tonino Bello. Al centro “Il Presepe di Greccio” di Tommaso da Celano. Sul palco il coro Canticum Novum Solomeo e il Coro voci bianche e giovanili Mousikè. E, come a tessere la trama del racconto, l’attore Fulvio Pepe, voce recitante.
«Con questa rappresentazione vogliamo trasmettere la fiducia nella vita – spiega il direttore d’orchestra Fabio Ciofini –. Il messaggio che vogliamo dare è di trovare una visione ottimistica di tutto quello che accade. Perché un singolo momento può cambiare la vita, non solo nel male, ma spesso e volentieri nel bene. Bisogna avere sempre la speranza che qualcosa di bello possa succedere». Come ricorda la storia, sempre attuale, di una giovane donna che affronta le difficoltà con tenacia.
«Abbiamo inserito a mo’ di flashback i testi di Erri de Luca proprio per raccontare il vissuto, il precedente, quello che ha permesso la realizzazione del Natale – sottolinea il compositore Luca Garbini –. Ci è piaciuto come lo scrittore ha dipinto Maria: una donna estremamente coraggiosa, non si è spaventata di nulla. Oggi quel coraggio serve ancora di più, per tutto quello che la società ci impone e i messaggi che ci manda. La maternità a volte viene vista, infatti, come un impiccio piuttosto che come una benedizione. Il nostro è dunque un incoraggiamento per tutte le donne che si trovano in una situazione di difficoltà, non solo economica, a non scegliere la paura. Ma a fidarsi della vita».
Sabato a Roma e poi domenica 8 in replica nella Cattedrale di Santa Maria Assunta a Terni, per più di un’ora, la musica alternata ai racconti ha reso dunque attuale una condizione che spesso ormai passa in secondo piano, o viene addirittura rimossa. «“Il viaggio di Maria” è stato pensato come un momento di grande coinvolgimento e di riflessione sulla vita nascente», rimarca don Massimo Angelelli, direttore dell'Ufficio nazionale per la Pastorale della salute della Cei. Ma il concerto è in realtà solo l’inizio di un progetto pastorale più vasto: «Stiamo elaborando due filoni di lavoro sulla vita nascente: il parto in anonimato e le culle per la vita. Purtroppo sono ancora poco conosciuti, e per questo intendiamo proporre molta formazione. Il mio obiettivo è che a fianco di ogni ospedale cattolico ci sia anche una culla per la vita».