giovedì 23 marzo 2023
Tre anni, ma è sempre presente e vivo. Carlo Casini, morto a Roma il 23 marzo 2020, viene ricordato da decine di Messe di suffragio, un Rosario mensile online e un libro con oltre 120 testimonianze
Carlo Casini (Firenze 4 marzo 1935 - Roma 23 marzo 2020)

Carlo Casini (Firenze 4 marzo 1935 - Roma 23 marzo 2020)

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Tre anni fa, il 23 marzo 2020, si spegneva a Roma Carlo Casini, protagonista dell'impegno per i diritti della vita umana nelle condizioni di maggiore povertà e fragilità. Decine di Messe di suffragio si celebrano in questa giornata in tutta Italia e anche in alcuni angoli del mondo dove la sua opera ha generato iniziative a difesa della vita nascente, da Cuba alle Filippine.

È in uscita nei prossimi giorni (ma già acquistabile sul sito dell’editore) «Di un amore infinito possiamo fidarci. Carlo Casini testimone, profeta, padre» (Cantagalli, 464 pagine, 23 euro), raccolta di oltre 120 testimonianze sulla figura, il pensiero, l’esempio e l’eredità del fondatore del Movimento per la Vita. A firmarle sono familiari, amici, politici, magistrati, cardinali e vescovi, monache di clausura, medici, volontari, leader di associazioni, intellettuali, giornalisti, con la cura editoriale di Francesco Ognibene. I brevi testi di questa pagina sono tratti dalle pagine del libro. È crescente intanto l’interesse per la figura di Carlo Casini: per farlo conoscere megli o è nata la rete «Amici di Carlo Casini». Chi vuole può scrivere a: amicidicarlocasini@gmail.com.

È nata una piccola comunità orante sbocciata attorno alla spiritualità della vita sviluppata sul pensiero e l’opera di Carlo Casini. Ogni 23 del mese, dal primo anniversario della sua nascita al Cielo, molte persone (oltre 400), legate a Carlo Casini per le vie più diverse, si ritrovano online per pregare insieme il Rosario, meditando su alcuni suoi pensieri. È una iniziativa sempre molto partecipata, e aperta. Chiunque desideri prendervi parte può scrivere a: rosariodel23concarlo@gmail.com.

Ernesto Olivero: "Un difensore dell'umanità"

Ora che sei in Cielo posso dirlo, e so di non esagerare: tu, Carlo, sei entrato a pieno titolo nella storia dell’umanità. Perché sei stato fino in fondo un difensore dell’umanità più debole, fragile, indifesa, silenziosa. Non lo hai fatto a parole o con slogan, ma mettendoti di traverso di fronte al perbenismo, all’ipocrisia, a chi non voleva vedere. Ci hai messo il cuore, la testa, la faccia. Tutto te stesso! Di te mi ha sempre colpito la credibilità, una dote fondamentale anche oggi. La chiave di ogni cambiamento. Tu quella chiave l’avevi: il modo con cui hai vissuto il tempo della malattia e il modo come te ne sei andato ci ha dimostrato che quello che credevi era vero, era parte di te. Sin dal nostro primo incontro ci ha uniti l’amicizia, l’amore per la vita, l’amore per la pace. Ci hai insegnato che la vita è Vita, che non c’è differenza tra vita e vita. Ci hai creduto, ce lo hai dimostrato. Ora che sei nel Sempre, e l’Amore ci tiene uniti, continua a crederci con noi.

Cardinale Giovanni Battista Re: "Nelle sue parole la legge inscritta da Dio in noi"

Carlo Casini aveva la competenza dell’uomo di legge e una solida formazione e rettitudine morale. Papa Giovanni Paolo II trovava giuste e opportune le argomentazioni giuridiche che esprimeva sul diritto alla vita come fondamentale, fin dall’istante del concepimento. Le idee che l’onorevole Casini portò avanti corrispondevano pienamente all’insegnamento della Chiesa. Sostenendo che la «tutela della vita umana fin dal concepimento è condizione necessaria per costruire un futuro degno dell’uomo» faceva eco all’insegnamento del Papa e, in pari tempo, difendeva una legge scritta da Dio nella natura umana. Ora in Cielo Carlo Casini avrà incontrato di nuovo il Papa dell’enciclica Evangelium vitae che, quando fu pubblicata nel 1995, prese come faro del suo operare.

Marco Tarquinio: "Un uomo di legge e carità, capace di ascolto"

Il mio dialogo con Carlo Casini è stato un lungo viaggio. Cominciato quando neanche ci conoscevamo personalmente, faccia a faccia, e io – nel pieno dei vent’anni, e affascinato da tutti i veri “controcorrente” – trovavo nel suo nome, nella sua storia personale e politica, un ottimo motivo per mettermi per strada e andare a votare alle elezioni per il Parlamento europeo nella nostra (sua e mia) circoscrizione del Centro Italia. Mi piaceva il modo lucidamente laico eppure caldo – caldamente
cristiano e decisamente, popolarmente cattolico – con cui s’impegnava anima e corpo alla testa del Movimento per la Vita, argomentando le buone ragioni della difesa piena di ogni creatura umana sin dal primo istante dell’esistenza. E m’indispettiva la propaganda che dipingeva come un “dogmatico” intransigente quest’uomo della legge e della carità, che sapeva ascoltare, e sorrideva anche con quei suoi occhi vivaci e acuti, e che agiva con decisione e ferma pacatezza.

Mariapia Garavaglia: "Ancora lo sento, 'suvvia, ce la faremo'"

Un tratto mi sento di dover documentare: Carlo Casini cattolico, testimone. Dichiarava apertamente la sua fede, la viveva nella quotidianità e nel lavoro, mai da “integralista”. Affidava al dialogo la via democratica per spiegare, confutare e, se possibile, convincere. Non era l’unico magistrato ma non si ergeva mai a giudice. (...) Carlo Casini lascia in eredità il suo ideale sempre proclamato e la sua creatura, il Movimento per la Vita, che oggi può contare su centinaia di Centri di aiuto per neo-mamme e mamme in difficoltà. Una realtà tangibile, frutto della sua premura e del suo impegno per la vita che non va sprecata. Mai. Da ministro della Sanità mi feci aiutare a predisporre la Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della 194, prevista dalla stessa legge. Sapevo che nel redigere un testo corretto e trasparente saremmo stati in grado di far emergere indicazioni utili, con suggerimenti coerenti «per l’applicazione integrale della legge». Il suo entusiasmo sembrava accentuato dall’inflessione fiorentina: «Suvvia, Mariapia, ce la faremo!». Ancora lo sento.

Suor Cinzia Gallazzi: "Dal Cav al monastero, un legame che resta"

Ho conosciuto Carlo Casini alla fine degli anni 80 quando, con alcuni amici, muovevamo i primi passi per aprire un Centro di Aiuto alla Vita nella nostra città, Busto Arsizio. Ci sentivamo chiamati a questo passo per la dolorosa esperienza che facevamo, lavorando in ospedale, nell’incontrare tante mamme decise ad abortire, senza che noi potessimo far nulla per aiutarle a scegliere, invece, la vita. (...) La mia vocazione, poi, mi ha portata nella Trappa di Vitorchiano. Devo ammettere che, entrando in monastero, non avrei mai pensato di rivedere Carlo Casini. Se non potevo più partecipare ai convegni del Movimento è stato Casini a venire qui. Con le mie consorelle abbiamo avuto l’occasione di scoprire la profondità della sua fede, del suo rapporto costante con Dio. Carlo era certo che tutto l’impegno per affermare il diritto di ogni uomo alla vita non valgono a nulla se il Signore non è con noi, se non sono il suo Spirito a illuminarci e la sua Grazia a sostenerci.

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