domenica 4 giugno 2023
A lungo presidente di FederVita Lombardia, protagonista nel Mpv nazionale, ha contribuito a costruire la legge regionale sulla famiglia. Alla vigilia del 90 anni, lascia una grande eredità culturale
Franco Vitale con Erika, la moglie, altra figura storica del Movimento per la Vita

Franco Vitale con Erika, la moglie, altra figura storica del Movimento per la Vita - .

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È morto domenica 4 giugno alla vigilia del suo 90esimo compleanno Franco Vitale, avvocato, una delle figure più conosciute del Movimento per la Vita italiano, del quale è stato a lungo membro del Consiglio direttivo, oltre che presidente dal 1997 al 2009 di FederVita Lombardia, che con le sue oltre 70 associazioni aderenti lo ricorda con speciale affetto. Nato il 5 giugno 1933 ad Ascoli Piceno, Franco Vitale, era un amante della vita e della giustizia, colto, preparato, generoso, attento, grande sostenitore e promotore della cultura dell vita, della quale è stato indubbiamente uno dei protagonisti.
Tanti giovani devono a lui il loro impegno per la vita nella Federazione Lombarda e nel Movimento per la Vita. Sapeva prendersi cura degli altri, con paternità. Lo ha fatto in modo speciale con i più giovani, dando loro fiducia anche quando non ne avevano in sé stessi, stando loro accanto, sostenendoli e sostenendo le loro proposte e idee.
È sotto la presidenza di Franco Vitale che nascono le “Due giorni giovani” di FederVita Lombardia, che poi verranno fatte proprie dal Movimento per la Vita italiano con i seminari formativi «Quarenghi» di primavera, gli “aperivita”, i convegni e i congressi anche internazionali. È stata straordinaria in particolare la sua apertura mentale, il suo esserci senza prevaricare mai, caratteristiche che ne hanno fatto un presidente di FederVita straordinariamente efficace.
Nei suoi anni di presidenza c’è stata una fioritura di associazioni di attività, di progetti, di eventi rimasta come un esempio. «Il pensiero e l’azione della FederVita Lombardia sono ispirati a due principi – scrisse nella sua relazione di fine mandato nel 2009 –: tutela del concepito, il cui diritto alla vita si iscrive tra quei diritti che appartengono all’essenza dei valori supremi sui quali si fonda la Costituzione italiana; centralità nella società e nell’ordinamento giuridico del diritto alla vita, bene indisponibile che prevale sull’autodeterminazione del soggetto che intende negare l’altrui come la propria vita e che si pone come limite alla stessa volontà statuale anche se espressa da maggioranze parlamentari».
Avvocato raffinatissimo e preparato, ha prestato la sua competenza per la difesa della vita su più campi.Grazie a Franco Vitale (attraverso una memoria del 6 ottobre 1999) nella legge regionale “Politiche regionali per la Famiglia” del 6 dicembre 1999 n° 23, all’articolo 1 fu riconosciuta la soggettività del concepito come persona che fa parte della famiglia di cui a tutti gli effetti è componente. È la prima norma in Italia che finalmente la riconobbe, sia pure per l’ambito territoriale della Lombardia. Gli obiettivi contenuti nell’articolo 2 sono «tesi a superare la mentalità abortiva».
Sempre grazie alla presidenza Vitale, nel 2000 FederVita Lombardia e le sue associazioni ottennero l’accreditamento presso la Regione Lombardia, venendo iscritte nel registro della Associazioni familiari. Nel 2000 l’avvocato Vitale fondò il Laboratorio giuridico di FederVita Lombardia, di cui era ancora referente, insieme a Marco Ferraresi.
Ha scritto numerosi articoli scientifici e divulgativi sui temi del biodiritto, molti dei quali pubblicati su «Sì alla Vita», organo di del MpV italiano.«Il mio compito è finito – disse ancora congedandosi nel 2009 –. Ho voluto con voi amici richiamare la nostra storia recente e non, perché il nostro Consiglio direttivo e lo stesso Movimento nazionale sappiano agire con discernimento per riaffermare l’antropologia cristiana che ha ispirato i valori costituzionali dei diritti inviolabili fondati sul diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimen-to alla morte naturale.Ringrazio tutti i membri dell’attuale Consiglio direttivo, voi tutti amici carissimi che lavorate nel più duro e difficile volontariato, ma ricevete gioia dal sorriso del bimbo paffutello, ora visibile anche nel seno della madre. Molte cose e tante vi sarebbero da dire, ma sono state scritte perché crediate, e agiate per la vita».

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