venerdì 26 giugno 2020
«Covid 19: salute pubblica, libertà individuale, solidarietà sociale» è il parere elaborato dal Cnb per riassumere la lezione della pandemia e ispirare le prossime decisioni sulle politiche sanitarie
Un reparto di terapia intensiva con un paziente Covid

Un reparto di terapia intensiva con un paziente Covid - Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

La pandemia da Covid 19 e le misure di contrasto poste in atto per contenerla hanno messo in luce una serie di questioni relative al concetto di salute, al rapporto tra salute pubblica e individuale, al nesso tra il principio di libertà e autonomia dell’individuo e il principio di solidarietà. Partendo da queste considerazioni, il Comitato nazionale per la bioetica ha elaborato il Parere «Covid 19: salute pubblica, libertà individuale, solidarietà sociale», reso noto il 18 giugno, che vuole offrire una cornice di riferimento bioetico a queste criticità.

Il Parere si basa sull’esperienza dei primi mesi di pandemia e, pur nelle incertezze scientifiche che ancora ruotano intorno al virus, prende le mosse da una considerazione «fondamentale», ovvero la distinzione tra «interventi “straordinari” (lockdown e limitazione di libertà dei cittadini)» e «interventi “ordinari”, in linea con le politiche correnti di sanità». I primi, nella fase più acuta della pandemia, sono «giustificati dalla gravità della minaccia alla salute pubblica», mentre i secondi «di regola non contrastano con l’autonomia individuale, poiché fanno leva sulla consapevolezza dei cittadini/e».

Da qui si snoda una riflessione su diverse tematiche: le lezioni apprese (preparazione all’evento straordinario, squilibri nel sistema sanitario “ordinario”); le sfide principali da fronteggiare ora; le politiche pubbliche di contenimento dell’epidemia; il rapporto fra scienza, politica, informazione; gli effetti indesiderati delle politiche di contenimento del contagio; i gruppi più vulnerabili. Particolarmente significativo è l’ultimo capitolo dedicato all’analisi della disuguaglianza «iniqua» creata da misure restrittive che hanno avuto (e rischiano di continuare ad avere) un impatto negativo sulle donne: violenze tra le mura domestiche, aumentato carico di lavoro, gap salariale, disoccupazione.

In sintesi, il Cnb auspica «un ripensamento complessivo del nostro sistema di welfare», unito a «un potenziamento dopo anni di tagli» e che, nel pianificare le misure di prevenzione, «tornino in primo piano le politiche “ordinarie” di salute pubblica» basate «sulla consapevolezza». Perché, ammonisce il Comitato, «la pandemia del coronavirus prima o poi passerà ma le scelte che siamo chiamati a fare oggi potranno cambiare le nostre vite per molto tempo».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI