Denatalità, 13 mostre diocesane sulla Maternità di Maria nelle Marche che si spopolano
L’originale proposta dei vescovi marchigiani nei musei delle diocesi vuole contribuire a risvegliare attraverso l’arte una riflessione sulla bellezza di ogni nuova nascita

La bellezza della vita che nasce: un gusto, una ricchezza da recuperare, in una regione, le Marche, in calo di natalità da anni, con una percentuale di sei figli ogni 1.000 abitanti nel 2024, più basso della media nazionale (6,4) e – conseguentemente – con una popolazione tra le più anziane d'Italia, con un'età media di 47,7 anni nel 2023, superiore a quella nazionale (46,6).
Se la bellezza richiama l’espressione artistica, i vescovi marchigiani hanno pensato di dedicare alla maternità, alla maternità di Maria, una serie di mostre in tutte e 13 le diocesi, che – inaugurate nel periodo estivo – sono visitabili fino alla fine di novembre.
Una mostra “diffusa” del patrimonio d'arte e di fede, frutto della collaborazione tra le diocesi, con la collaborazione della Regione, che ha dato vita al progetto “Immagini di Maternità. La bellezza della vita che nasce”. Una iniziativa che – afferma monsignor Francesco Massara, arcivescovo di Fabriano-Matelica-Camerino e responsabile della Conferenza episcopale marchigiana per i beni culturali – celebra la ricchezza, ancora troppo poco conosciuta, del patrimonio artistico sacro presente nel nostro territorio: un vero e proprio pellegrinaggio giubilare».
Quelle esposte sono opere che raccontano la vita e la speranza attraverso i secoli: in ciascuna mostra sono almeno tre le opere significative selezionate non solo per il loro pregio artistico ma anche per il contenuto simbolico e teologico. «La maternità di Maria – spiegano i vescovi – non è solo un tema devozionale ma un ponte tra arte, fede e storia. Attraverso le tre opere selezionate in ciascun museo emerge la forza evocativa di immagini che parlano di cura, protezione e speranza».
La serie di mostre rappresenta un esperimento culturale inedito a livello nazionale. Sarà anche presto pubblicato un catalogo completo che raccoglie le opere selezionate, con schede descrittive, contributi scientifici e approfondimenti sul tema della maternità nell’arte sacra.
Per fare un esempio, a Jesi la selezione delle tre opere è dedicata alla figura della Madonna con il Bambino. L’allestimento è all’interno del Museo Diocesano, a Palazzo Ripanti Nuovo, sezione di un complesso edilizio del XVIII secolo che si affaccia sulla centrale piazza Federico II. Si possono ammirare la Madonna in trono con Bambino e Angeli di Giovanni Antonio Bellinzoni da Pesaro proveniente dalla ex chiesa di Sant’Amico di Jesi, poi trasferita in Santa Maria del Colle; il dipinto della Madonna col Bambino di padre Eugenio Azzocchi, frate carmelitano (Roma 1910-Jesi 1978) noto per la sua eccezionale e coloratissima produzione artistica; l’Incoronazione della Vergine con i santi Rocco e Sebastiano di Ercole Ramazzani (1536/1537-1598) proveniente dal Santuario della Madonna del Soccorso di Poggio San Marcello. Tre opere che, secondo il vescovo Paolo Ricciardi, «racchiudono un invito a uno sguardo senza giudizio, che si apre alle differenze di ciascuna, con gli occhi capaci di coglierne la bellezza che si amplifica nel confronto, con lo spirito della meditazione e della riflessione».
Sono previste visite guidate ogni domenica, un approfondimento al mese su arte contemporanea, teologia e iconografia sul tema della maternità e altre attività rivolte alla cittadinanza. Il percorso espositivo, a ingresso libero negli orari di apertura dei musei, potrà essere integrato con la visita delle chiese giubilari diocesane.
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