Neonati come santi e finte suore: la fede "usata" sui social

Truffe vere e proprie, account laici che prosperano su immagini religiose e un “esperimento sociale” che qualcuno sentirà come una presa in giro. La rete pullula di falsi
November 8, 2025
Neonati come santi e finte suore: la fede "usata" sui social
Immagine tratta dall'account Instagram "vitadasuore"
Per quanto cerchi di evidenziare ciò che di buono può scaturire dall’incrocio tra la fede cristiana e il digitale, la navigazione quotidiana del web e delle reti sociali mi fa incontrare anche fenomeni discutibili per quanto strumentalizzano il tema religioso al fine di acquisire relazioni e follower, e persino profitti illeciti. È quest’ultimo il caso – di cui vengo a conoscenza tramite il sito della rivista spagnola di informazione religiosa “Vida Nueva” (bit.ly/3Lm3YDA) – di “Madre Teresa”, cilena, sedicente religiosa delle “Carmelitane Samaritane del Cuore di Gesù” (cattoliche) presso la “Chiesa episcopale del Cile” (anglicana). Secondo i servizi pubblicati dalla rete televisiva Chilevisión nel corso del programma del mattino (bit.ly/4oI8afP), ripresi dagli altri media cileni, tale suora, attraverso gli account TikTok “grutasantarita” (bit.ly/3Xb1qKW) e Instagram “taller_santa_rita” (bit.ly/3JLp11N), tenterebbe piccole e meno piccole truffe ai danni dei fedeli/follower. Il sospetto è amplificato dalla notizia che “Madre Teresa” fino a qualche anno fa era, in pubblico, un religioso, Alejandro del Santísimo Trino de los Laicos Dominicanos y de la Beata Teresa de Calcuta, e che dietro entrambi c’è in realtà tale Andrés Alfaro Araya, condannato nel 2016 per truffa e che ora, mentre si dice donna e suora, non nega il suo passato ma sostiene che dietro al suo presente non si cela alcun nuovo inganno a scopo di lucro. Con assai poca credibilità.
Difficile non riconoscere la buona fede a chi è all’origine delle immagini di cui sto per raccontare. Ma va registrato che tali immagini hanno acquisito popolarità attraverso account profani. In ordine cronologico, abbiamo: il 16 ottobre, segnalata da “ChurchPop” (bit.ly/48XNifo), la fotografia di una neonata addormentata vestita da santa Teresa di Lisieux. Non c’è solo l’account Instagram portoghese di questo sito a guadagnare un milione di visualizzazioni per tale immagine; c’è anche l’account dello studio fotografico che ha realizzato la foto (bit.ly/47M2VEv) a esibirla, tra altri neonati e mamme, premiato da 720mila clic. Il 24 ottobre, ancora da “ChurchPop” (bit.ly/4oRBa42), che su questi fenomeni è poco selettivo, abbiamo il video di un cane che, porgendo la zampa alla sua proprietaria che sta iniziando un Rosario, pare volersi unire a lei nella preghiera. Sull’account “Lorenam71”, che l’ha «originariamente condiviso» (bit.ly/4ouvvRS), conta 3,9 milioni di visualizzazioni; ma è l’unico picco di popolarità in mezzo a contenuti disparati (con prevalenza di make-up e ricette) e poco seguiti. Il 30 ottobre è “Aleteia” anglofono (bit.ly/3WFvSwE) a rilanciare il video di un fanciullo vestito da Leone XIV che percorre i giardinetti a bordo di una mini-papamobile. È l’account “lifeonlongisland”, «cose da fare, posti da vedere, cibi da mangiare» in quel territorio, a proporlo (bit.ly/3JK1LkQ), ricambiato da 620mila clic e 37mila like.
Non parlerò di mala fede in senso stretto per l’account Instagram “vitadasuore”; ma certo siamo di fronte a un’idea che sfrutta per altri fini il successo sui social di varie pagine animate da religiose. A partire da un film italiano del 2024, vagamente ispirato al famoso “Sister Act” e intitolato “Tutte insieme all’Abbazia” (bit.ly/47KRsoB), dallo scorso settembre tre delle attrici del film, tornate nei panni religiosi dei loro personaggi, girano per Roma con videocamera al seguito improvvisando un banchetto di produzione e degustazione di «panzerotti alla pugliese». Si dichiarano appartenenti alla stessa abbazia in cui il film è girato, quella di Fossanova (Latina), ma l’abito che vestono è diverso da quello delle religiose dell’Istituto del Verbo Incarnato che ci vivono. I video, caricati sul succitato account (bit.ly/4hPt9e0), stanno mietendo sinceri e numerosissimi consensi (dell’ordine delle centinaia di migliaia), ignari del “trucco” (in realtà qualcuno, nel primo video, le “sgama”, ma non è più visibile…). Di più, a seguito anche di alcuni dialoghi con soggetti esterni (sempre di finzione, presumo) su temi come «quanto guadagna una suora», «voi che musica ascoltate», «i vostri hobby», si animano, nei commenti, convinti dibattiti sulla vita religiosa femminile. (Ri)lancio del film, “esperimento sociale” (una volta si chiamava candid camera), semplice gioco ben riuscito: presto sapremo quale disegno ha dato vita all’account “vitadasuore”. Certo, chi si è impegnato, in buona fede, a lodare la semplicità e la testimonianza di queste “religiose” si sentirà preso in giro.

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