Cortellesi torna Petra, ispettrice sui generis e caotica madre
«Lei crede?», domanda la giovane suora. «No, in nulla», risponde Petra. «Ha famiglia?»
«Lei crede?», domanda la giovane suora. «No, in nulla», risponde Petra. «Ha famiglia?», chiede a sua volta la madre superiora. «Una specie», spiega l’ispettrice della squadra mobile di Genova che una volta tanto non è lei a fare le domande. «Sposata?», incalza la religiosa. «Concubina», ammetta l’interlocutrice con una certa dose d’ironia a conclusione di un dialogo che pur nella sua brevità dice molto sul personaggio creato dalla scrittrice spagnola Alicia Giménez-Bartlett e da ieri sera tornato in tv su Sky Cinema Uno e Sky Investigation nell’interpretazione di Paola Cortellesi e la regia di Maria Sole Tognazzi. Dal dialogo di Petra con le due suore si ha conferma che anche la terza stagione dell’omonima serie tv punta ancora sulla spigolosa, combattiva, sboccata, spiazzante, sarcastica e solitaria donna poliziotto, che come ci è capitato di sottolineare di recente fa parte di un’ampia compagine tutta al femminile di detective, magistrati, ispettori e commissari: Imma Tataranni (Vanessa Scalera), Lolita Lobosco (Luisa Ranieri), Vittoria Fusco (Lucia Mascino), Blanca (Maria Chiara Giannetta), Vanina (Giusy Buscemi), Morgane (Audrey Fleurot) e Teresa Battaglia (Elena Sofia Ricci) che fra le tante, quest’ultima, è quella che assomiglia di più a Petra in quanto a scorza ruvida, disincanto e qualcosa di irrisolto che tormenta entrambe. Tornando però al dialogo iniziale si capisce anche che il primo dei due film di cui si compone questa stagione di Petra («Il silenzio dei chiostri») è ambientato in un convento dove al furto di una venerata statuetta di Gesù Bambino segue l’omicidio di un noto restauratore chiamato a ristrutturare la cripta della chiesa. Senza rivelare dettagli importanti, diciamo che le suore, o almeno alcune di esse, c’entrano qualcosa in tutta la vicenda. Ma questo è ovvio.
Da notare semmai un certo sarcasmo nel raccontare il gruppo di religiose, anche se Petra, in più occasioni, sembra subire il fascino degli ambienti conventuali e forse anche di scelte per lei «estreme». Per il resto non cambia la complessità del personaggio, duro ma sensibile (non a caso Petra di cognome fa Delicato), che la Cortellesi rende al meglio in coppia con il bravo Andrea Pennacchi, il vice ispettore Antonio Monte, che è tutt’altro che una spalla: è il coprotagonista ideale di una complicità umana e professionale, compagno di lavoro e di bevute di birra a fine giornata nonostante le differenze di età, di provenienza, di esperienze di vita e di visione del mondo: lei romana, quarantenne, divorziata due volte, senza figli, dai modi bruschi e dal linguaggio borgataro; lui veneto di mezza età, di vecchio stampo, vedovo, saggio e garbato. Di nuovo in questa terza stagione c’è il tentativo di Petra di vivere in una famiglia allargata con il nuovo compagno Marco e i suoi tre figli: una convivenza che difficilmente andrà a buon fine.
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