Due lezioni
Faccio tesoro di due piccole-grandi lezioni di giornalismo arrivate da chi, pur non appartenendo alla categoria, sa indicare la strada da percorrere. Leone XIV, incontrando per la prima volta gli operatori della comunicazione, aveva ricordato: “Viviamo tempi difficili da percorrere e da raccontare, che rappresentano una sfida per tutti noi e che non dobbiamo fuggire. Al contrario, essi chiedono a ciascuno, nei nostri diversi ruoli e servizi, di non cedere mai alla mediocrità. La Chiesa deve accettare la sfida del tempo e, allo stesso modo, non possono esistere una comunicazione e un giornalismo fuori dal tempo e dalla storia. Come ci ricorda Sant’Agostino, che diceva: Viviamo bene e i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi”. Papa Francesco in occasione del Giubileo della comunicazione aveva esortato a essere “comunicatori di speranza”, a “scoprire e raccontare le tante storie di bene nascoste fra le pieghe della cronaca; a imitare i cercatori d’oro, che setacciano instancabilmente la sabbia alla ricerca della minuscola pepita”, invitando a non “ridurre la realtà a slogan”, a “dare spazio alla fiducia del cuore che, come un fiore esile ma resistente, non soccombe alle intemperie della vita ma sboccia e cresce nei luoghi più impensati”. È quello che sommessamente ho cercato di fare accompagnando i lettori alla scoperta di qualche pepita. © riproduzione riservata
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