“L’Innominato sono io”
Giorgia ha insegnato Lettere per 35 anni, ma dopo essere andata in pensione la passione per la scuola e la letteratura non si è spenta. Anzi, ha ripreso vigore da quando va in carcere come volontaria e incontra degli studenti molto particolari, un gruppo di detenuti della Casa Circondariale di Ancona. Dante, Leopardi, Foscolo, Manzoni sono i protagonisti delle sue lezioni: nomi sconosciuti ai carcerati stranieri, sommersi dal tempo e talvolta dimenticati dagli italiani, nomi che prendono forma e diventano amici leggendo insieme le loro opere. Capita così che ascoltando le pagine dei Promessi Sposi dedicate all’Innominato qualche detenuto dica “ma quello sono io!”. Capita anche che qualcuno si cimenti nel comporre poesie e nello scrivere lettere ai grandi autori. Hanno fame di conoscenza, gli “allievi” di Giorgia, e lei si sorprende commossa dal loro stupore, dal desiderio di mettersi in gioco, di scoprire cosa li lega agli autori e ai protagonisti delle opere che leggono. Insegnare in carcere è la grande occasione per proporre la ricchezza di una storia e di una cultura a persone che non ne sanno quasi nulla, ma di cui si scoprono bisognosi. Un’esperienza straordinaria, un regalo inatteso che la vita le ha riservato quando meno se lo aspettava. © riproduzione riservata
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