Amare comunque
Conoscevo la storia, ma quando l’ho sentita raccontare dalla protagonista non ho potuto trattenere la commozione pensando al dolore di quella donna e a ciò che l’aveva purificato. Lorenzo, il figlio di Carolina Cenzato, 14 anni fa è stato ucciso da un coetaneo. «Quando sono venuti a darmi la notizia, allo strazio si è accompagnata una calma strana: ho pensato che lui era ormai tra le braccia di Dio e non aveva più bisogno di me. E immaginavo la pena che nel cuore del ragazzo omicida avrebbe pesato come un macigno per tutta la vita. Gli amici di Lorenzo erano andati davanti alla caserma dei carabinieri a sfogare la loro rabbia, invece secondo me quello era il momento di avere compassione e di perdonare. Pensavo ai genitori di quel giovane e mi sono detta: se Lorenzo fosse venuto a casa a dirmi “mamma ho ucciso un ragazzo”, come mi sarei sentita? L’avrei amato comunque, perché era mio figlio. Perciò non ho provato odio o rancore, ho parlato con i suoi genitori, abbracciandoli ho detto loro che la cosa più importante da fare era stare vicino al figlio e farlo sentire amato. Lui doveva vivere e diventare una persona migliore». Carolina, le ho chiesto, cosa permette di dire parole così? «Solo il dono della fede. Credo veramente che un giorno ci ritroveremo tutti e potrò riabbracciare mio figlio». © riproduzione riservata
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