Les Amazones d'Afrique cantano la libertà delle donne

La band femminista è nata 10 anni fa con l'intento di utilizzare la musica come un’arma per esprimersi contro l’oppressione delle donne nel continente africano
October 29, 2025
«Qualunque cosa dicano, vale la pena ascoltarle / Il mondo è stato creato da una donna / Lei preserva la vita / Ti chiedi come ce la faremo? / Abbiamo deciso di unire le nostre forze e combattere / Donna alzati, ritrova la tua forza femminile». Cantano la libertà, cantano la fine delle discriminazioni: il collettivo musicale “Les Amazones d’Afrique” è senza ombra di dubbio una band femminista. La sua forza sta nel suo successo, e viceversa: da quando si è formata, dieci anni fa, la sua musica – un misto contemporaneo di dance, elettronica e afro jazz - viaggia lontano e con essa anche il potente messaggio di empowerment femminile. Il certificato di nascita de “Les Amazones” porta in Mali, nazione dell’Africa occidentale con 21,3 milioni di abitanti, funestato da colpi di Stato e instabilità politica, con un tasso di alfabetizzazione del 36% per gli uomini e del 20% tra le donne. Il collettivo musicale inizia nel 2015 con un sodalizio tra 12 artiste, alcune già note come Mamani Keita del Mali, Angélique Kidjo del Benin e Pamela Badjogo del Gabon, accomunate dal desiderio di utilizzare la musica come un’arma per esprimersi contro l’oppressione delle donne nel continente africano, che si esprime nella mancanza di istruzione, di libertà, nelle mutilazioni genitali, negli abusi sessuali... «Crediamo che la musica possa contribuire a innescare un cambiamento di atteggiamento», spiega il collettivo, che ha scelto di ispirarsi nella scelta del nome alle mitiche Amazzoni del Dahomey, esercito di donne soldato che tra il 17esimo e il 19esimo secolo proteggeva i regnanti del Benin. Il primo pezzo della band è stato “I Play the Kora”, protagoniste dieci musiciste di diversi Paesi dell’Africa occidentali: «Sono tua moglie / non hai diritto di picchiarmi / noi vogliamo essere rispettate / Non mi impedire di andare a scuola / rispettami come io rispetto te / non decidere al mio posto».
Les Amazones d'Afrique / Wikimedia Commons
Les Amazones d'Afrique / Wikimedia Commons
In un decennio sono stati pubblicati tre album e la composizione della band cambia di continuo per dare spazio a voci e sonorità diverse. Negli anni, con i proventi di dischi e concerti le Amazzoni hanno sostenuto la Panzi Foundation del dottor Denis Mukwege, premio Nobel per la pace per la sua opera a fianco delle donne abusate. «Alcuni Paesi africani sono tornati indietro in tema di diritti delle donne. Se pensiamo alle Amazzoni del Dahomey, l’unità militare tutta femminile che per 200 anni ha protetto quello che è l’odierno Benin, ci rendiamo conto che erano loro a prendere le decisioni, e che era il loro esercito ad avere il potere», commenta la congolese Alvie Bitemo, una delle ultime arrivate nella band. Nel profilo Instagram le Amazzoni si definiscono un “Supergruppo femminista dell’Africa occidentale”. Nel 2025 la band è stata in tour in Europa, con tappe in Francia e in Gran Bretagna «La nostra musica non è solo intrattenimento. Trasmette un messaggio potente contro la violenza sulle donne e le tradizioni dannose. Con ogni nota, vogliamo ispirare il cambiamento e stimolare il dibattito per promuovere l'uguaglianza di genere e il rispetto», ribadiscono. Nel 2024 con il brano “Flaws” (difetti) le due soliste Mamani Keïta e Fafa Ruffino, intrecciando diverse lingue locali e un mix di sonorità, rivendicano che la persona perfetta non esiste. «Tutti hanno difetti / Le persone con difetti li portano con sé ovunque vadano». «Con questo brano vogliamo cantare un inno alla positività del corpo, con un messaggio che potesse far sentire ogni donna bene nella propria pelle. Noi donne ci tormentiamo ogni giorno cercando di ottenere determinate forme fisiche e cercando di alterare il nostro aspetto fisico. Ma non esiste un corpo perfetto, quindi in questa canzone diciamo semplicemente: “Non nasconderti, sei perfetta così come sei / Bella signora, vieni fuori e balla”». Ed è quello che fanno: con i loro camicioni rosa, blu, gialli o verdi e i copricapi originalissimi in tinta, riaffermano che donna è bello, donna è forza.

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