I “custodi” del Lambrusco cercano nuovi mercati

June 7, 2025
L’
Emilia non si spaventa di fronte a Trump e ai suoi dazi (veri o minacciati che siano), anzi rilancia e risponde con il Lambrusco. Proprio così, in un’epoca in cui sembra globalizzazione e web la facciano da padroni, l’agricoltura più verace non si vuole dare per vinta e cerca nuove strade. Ma rischia di dividere le forze. Tutto parte dai “Custodi del Lambrusco”, un’associazione di 27 realtà, tra piccole aziende e cantine più strutturate, che dicono di avere una visione chiara: «Fare (ri)scoprire la grandezza del Lambrusco». A certificare le intenzioni è anche un Manifesto, una sorta di dichiarazione d’intenti che sintetizza lo spirito dell’iniziativa. I 27 si definiscono così «i custodi dell’essenza più pura del Lambrusco», qualcosa che viene declinato come sapienza tecnica, eredità storica di un territorio, valori che lo uniscono. Le aziende coinvolte precisano che l’obiettivo dell’operazione non è solo quello di «conservare un’identità, ma trasformare la percezione di un vino troppo spesso sottovalutato». Da tutto questo, l’idea di mettersi insieme, far forza sulla qualità e sul gruppo e creare una rete commerciale che porti le bottiglie dalle cantine alle tavole, magari di nuovi mercati. I produttori che per ora hanno aderito all’iniziativa sono collocati nei territori di Modena e Reggio Emilia. E il Consorzio di tutela nato nemmeno cinque anni fa dalla fusione di ben tre consorzi dedicati di fatto allo stesso vino? I promotori dei “Custodi del Lambrusco” hanno precisato, presentando la loro associazione, che non vogliono porsi in concorrenza con nessuno ma, piuttosto, cercare strade diverse per promuovere un vino che possiede tra DOC e IGT oltre dieci denominazioni. Se ci sarà competizione oppure collaborazione è ancora tutto da vedere. È certo comunque che la partita è di quelle che valgono centinaia di milioni di euro. Basta pensare che è proprio il Lambrusco ad essere uno dei vini più diffusi al mondo, con oltre metà della produzione venduta oltre confine e con un mercato d’elezione: gli Stati Uniti d’America. © riproduzione riservata

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