Così agricoltura e cibo creano valore e sviluppo
di Andrea Zaghi
L’ agricoltura come moltiplicatore economico. E non solo. Fare agricoltura, infatti, per sempre più persone e per molti territori significa riuscire a guardare oltre le difficoltà dell’oggi. Una prospettiva che, a ben vedere, è insita proprio nella stessa natura produttiva del comparto: si semina oggi per un raccolto futuro. Certo, non mancano le difficoltà e non sempre e ovunque il comparto agricolo significa sviluppo “sicuro”. Sulla riuscita delle imprese agricole, infatti, contano il clima, il territorio, l’ambiente in generale e poi i mercati, i costi di produzione. Ma è indubbio un fatto: la produzione agricola resiste nonostante tutto. E cresce. Coldiretti sottolinea: «Ogni euro investito in agricoltura genera un ritorno in sviluppo di quattro euro, con il cibo che è diventato il primo motore di sviluppo economico Paese». Da questa constatazione derivano le richieste dei coltivatori. L’agricoltura va difesa dai pericoli delle tensioni commerciali; così come va protetta dalle bizze del clima, delle speculazioni, di quell’ambientalismo che non fa il bene dei campi e dell’ambiente, ma specula guardando a pratiche inefficaci e insostenibili eppure affascinanti. In gioco c’è moltissimo.
Stando sempre ai coltivatori, il cibo rappresenta ormai «il simbolo più noto dell’Italia all’estero e la prima ricchezza del Paese, con una filiera agro alimentare allargata che vale 620 miliardi, dai campi all’industria fino alla ristorazione e alla grande distribuzione». Un sistema – ricordano ancora – che dà lavoro a quattro milioni di occupati ed è sostenuto dall’impegno quotidiano di 730mila imprese agricole e da un’agricoltura che in Europa è la più attenta all’ambiente. Ed è sempre questa agricoltura che riesce a generare vendite all’estero per quasi 70 miliardi di euro. Il valore di quanto c’è in gioco, tuttavia, va oltre l’economia. Fare agricoltura in modo tecnicamente corretto, infatti, significa non solo produrre occupazione, ma cibo per tutti. Quel cibo che, anche oggi, troppo spesso manca a troppi. © riproduzione riservata
Stando sempre ai coltivatori, il cibo rappresenta ormai «il simbolo più noto dell’Italia all’estero e la prima ricchezza del Paese, con una filiera agro alimentare allargata che vale 620 miliardi, dai campi all’industria fino alla ristorazione e alla grande distribuzione». Un sistema – ricordano ancora – che dà lavoro a quattro milioni di occupati ed è sostenuto dall’impegno quotidiano di 730mila imprese agricole e da un’agricoltura che in Europa è la più attenta all’ambiente. Ed è sempre questa agricoltura che riesce a generare vendite all’estero per quasi 70 miliardi di euro. Il valore di quanto c’è in gioco, tuttavia, va oltre l’economia. Fare agricoltura in modo tecnicamente corretto, infatti, significa non solo produrre occupazione, ma cibo per tutti. Quel cibo che, anche oggi, troppo spesso manca a troppi. © riproduzione riservata
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