Oltre il requisito di Quota 103 il “dialogo” dei contributi
È
certificato dall’Inps: i contributi versati negli archivi della previdenza non sono muti e freddi, ma “dialogano” fra di loro, e a modo loro. Questo dialogo consiste in una re-ciproca mobilità dei versamenti registrati per individuare il maggiore vantaggio pen-sionistico per il lavoratore interessato. A questo fine, alcune gestioni dette “dialoganti” utilizzano idonei strumenti della pre-videnza quali, ad esempio, le operazioni di “ricongiunzione” o di “totalizzazione”. Si tratta delle casse pensioni dei dipendenti degli uffici pubblici (tutte ora nell’Inps - Gestione Pubblica), come anche le gestioni speciali dei lavoratori autonomi o dei fondi speciali di categoria. A richiesta dell’interessato queste assicurazioni diverse integrano fra di loro i relativi versamenti per giungere al calcolo definitivo della pensione. L’Inps (msg. 1411 del 6 maggio) richiama ora l’attenzione sulle gestioni dialoganti in occasione del nuovo “incentivo al posticipo” che, ancora per il 2025, consente di rinunciare all’assegno di vecchiaia con Quota 103 (maturato con almeno 41 anni di versamenti e 62 di età) in cambio di un aumento della retribuzione. Il lavoratore può riscuotere cioè nello stipendio anche la quota di contributi (circa il 9%) che il datore di lavoro ogni mese trattiene per suo conto e versa all’Inps. A monte dell’incentivo, il lavoratore interessato deve essere già in possesso dei requisiti per accedere a una pensione con Quota 103, oppure a una pensione anticipata nel corso del 2025 con l’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e di 41 anni e 10 mesi per le donne. Tuttavia non pochi lavoratori del pubblico e del privato possiedono contributi versati in casse diverse. E nella domanda per l’incentivo non indicano (o non sono in grado) di indicare a quale gestione deve essere imputato il bonus contributivo. Soccorre allora la tecnologia – precisa l’Inps - che in automatico opera la migliore scelta per l’interessato all’interno delle gestioni dialoganti. Diversamente, l’incentivo al posticipo viene impostato col codice VOCUM, già in corso e utilizzato per le pensioni liquidate con il cumulo gratuito e universale di tutti i contributi personali. Infine, è consentito anche revocare un incentivo accolto e definito e questo avrà effetto a partire dalla prima de-correnza utile. © riproduzione riservata
certificato dall’Inps: i contributi versati negli archivi della previdenza non sono muti e freddi, ma “dialogano” fra di loro, e a modo loro. Questo dialogo consiste in una re-ciproca mobilità dei versamenti registrati per individuare il maggiore vantaggio pen-sionistico per il lavoratore interessato. A questo fine, alcune gestioni dette “dialoganti” utilizzano idonei strumenti della pre-videnza quali, ad esempio, le operazioni di “ricongiunzione” o di “totalizzazione”. Si tratta delle casse pensioni dei dipendenti degli uffici pubblici (tutte ora nell’Inps - Gestione Pubblica), come anche le gestioni speciali dei lavoratori autonomi o dei fondi speciali di categoria. A richiesta dell’interessato queste assicurazioni diverse integrano fra di loro i relativi versamenti per giungere al calcolo definitivo della pensione. L’Inps (msg. 1411 del 6 maggio) richiama ora l’attenzione sulle gestioni dialoganti in occasione del nuovo “incentivo al posticipo” che, ancora per il 2025, consente di rinunciare all’assegno di vecchiaia con Quota 103 (maturato con almeno 41 anni di versamenti e 62 di età) in cambio di un aumento della retribuzione. Il lavoratore può riscuotere cioè nello stipendio anche la quota di contributi (circa il 9%) che il datore di lavoro ogni mese trattiene per suo conto e versa all’Inps. A monte dell’incentivo, il lavoratore interessato deve essere già in possesso dei requisiti per accedere a una pensione con Quota 103, oppure a una pensione anticipata nel corso del 2025 con l’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e di 41 anni e 10 mesi per le donne. Tuttavia non pochi lavoratori del pubblico e del privato possiedono contributi versati in casse diverse. E nella domanda per l’incentivo non indicano (o non sono in grado) di indicare a quale gestione deve essere imputato il bonus contributivo. Soccorre allora la tecnologia – precisa l’Inps - che in automatico opera la migliore scelta per l’interessato all’interno delle gestioni dialoganti. Diversamente, l’incentivo al posticipo viene impostato col codice VOCUM, già in corso e utilizzato per le pensioni liquidate con il cumulo gratuito e universale di tutti i contributi personali. Infine, è consentito anche revocare un incentivo accolto e definito e questo avrà effetto a partire dalla prima de-correnza utile. © riproduzione riservata
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